I capelli che vengono tagliati ogni giorno da parrucchieri e barbieri rappresentano un rifiuto potenzialmente piuttosto nocivo per l’ambiente. Dovrebbero andare nei secchi dell’indifferenziata, ma in diversi casi finiscono negli inceneritori e rilasciano così sostanze tossiche e CO2.
I capelli, invece di diventare spazzatura, anche dannosa, possono però rivelarsi la fonte preziosa di una materia prima, l’idrogel a base di cheratina, che può essere utilizzata in diversi settori, dalla farmaceutica alla cosmetica.
La trasformazione, secondo un classico processo da economia circolare, è stata messa a punto da un team di nove studenti dell’università La Sapienza di Roma (Emilia Nappi, Aurora Cascioli, Marina Teodori, Francesco Parca, Vittorio Blasoni, Ester Russo, Ginevra Solano, Anna Pace e Marianna Bonito), guidati dal professore Francesco Ricotta e dalla dottoressa Francesca Celio, con un progetto intitolato Keralight.
In pratica, attraverso una rete di parrucchieri e di barbieri, si possono raccogliere i capelli tagliati e destinati a essere smaltiti come rifiuti, per poi trasformarli in idrogel a base di cheratina. L’idrogel è un materiale costituito da una rete tridimensionale di polimeri che ha la capacità di assorbire grandi quantità di acqua o fluidi biologici, senza sciogliersi in essi. Questo lo rende soffice, flessibile e simile a un tessuto biologico. La cheratina, invece, è una proteina fibrosa molto resistente, prodotta naturalmente dal nostro corpo: un componente strutturale dei capelli, e anche delle unghie e dei peli.
La materia prima che viene fuori dal recupero dei capelli tagliati, sulla base del progetto Keraliht, può avere diverse applicazioni, e in settori molto diversi uno dall’altro. In campo farmaceutico, l’idrogel a base di cheratina è utilizzabile per produrre medicinali per alleviare bruciori e per rigenerare alcuni tessuti, o anche per bendaggi per la ricostruzione del tessuto oculare. Nel settore della cosmetica, invece, è una materia prima per maschere idratanti e anche prodotti per la cura dei capelli. In agricoltura, infine, l’idrogel è utilizzato in chiave sostenibile, in quanto è in grado di trattenere l’acqua e così di ridurne sia il consumo sia lo spreco.
Se il progetto degli studenti della Sapienza avrà ulteriori sviluppi su larga scala, si potrà immaginare il coinvolgimento di migliaia di parrucchieri e barbieri, in qualsiasi zona d’Italia, per recuperare i capelli tagliati e trasformarli in idrogel a base di cheratina.
Il progetto è candidato al Premio Non Sprecare 2025, nella sezione “Aziende”. Per candidare i vostri progetti, seguite le istruzioni fornite qui.
I progetti in concorso per l’edizione 2025 del Premio non sprecare:
- Le Terre di Zoè in Calabria trasforma gli scarti dei succhi di frutta in biomateriale per stampanti 3D
- A Corciano giocattoli, materiale scolastico e libri a chi consegna rifiuti di plastica
- Pannelli solari subacquei che funzionano meglio di quelli esposti all’aria
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