Il recupero della nave Concordia è sempre più un giallo, e all’orizzonte ci sono milioni di euro che rischiano di essere sprecati.
La nave di 300 metri (varata nel 2005 e costata circa 500 milioni di euro) è da più di un anno davanti al porto dell’isola del Giglio, centinaia di persone hanno lavorato notte e giorno per metterla in posizione verticale, ma adesso non è chiaro come e quando finirà il suo recupero.
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Nella seduta del consiglio dei ministri di venerdì scorso, il governo ha deciso il trasporto della Concordia, sotto la regia del ministero dell’Ambiente, nel porto di Piombino. Ma l’operazione appare costosissima e impossibile dal punto di vista tecnico.
Per ospitare la nave della Costa, infatti, sarebbe necessario completare una nuova banchina, con una spesa attorno ai 150 milioni di euro e con tempi tecnici per i lavori di almeno un anno. Inoltre bisognerebbe dragare il fondale, con altri costi che al momento nessuno è in grado di dire a carico di quale amministrazione andrebbero.
La conclusione è che mentre sono state avviate le procedure per il rimborso dei passeggeri della sciagurata crociera (da 5mila euro per danni materiali a 500mila euro per chi ha perso la vita), la Concordia è ancora in mezzo al mare. Il tempo passa e i soldi si sprecano.