Il disabile che non puo’ viaggiare in treno

Confesso che questa lettera sugli sprechi di Trenitalia sulle spalle di un disabile non mi ha sorpreso. I servizi delle Ferrovie italiane, quando non si tratta di clienti top class, sono ancora molto scadenti, inefficienti e incompleti. Eppure sulla carta esistono. In questo caso alla cattiva gestione si abbina la solita ottusa burocrazia, che in […]

Confesso che questa lettera sugli sprechi di Trenitalia sulle spalle di un disabile non mi ha sorpreso. I servizi delle Ferrovie italiane, quando non si tratta di clienti top class, sono ancora molto scadenti, inefficienti e incompleti. Eppure sulla carta esistono. In questo caso alla cattiva gestione si abbina la solita ottusa burocrazia, che in Trenitalia spesso dilaga a spese dei viaggiatori, e un’assoluta mancanza di sensibilità. A leggere la lettera si scopre che la famosa Sala Blu delle Ferrovie, quella per l’assistenza ai disabili in viaggio, sulla carta esiste in molte stazioni. Nella realtà è un luogo finto, a parte le spese fisse di personale e di funzionamento che ingoia: uno spreco, insomma, come denuncia Francesco, di cui riportiamo straci della lettera a il Piacenza.

«Mi chiamo Francesco Canale, e sono un artista "diversamente abile". Quella che desidero raccontarvi è l’ennesima, la più grave, disavventura capitatami con Trenitalia. Quanto mi è accaduto pochi giorni fa, oltre che essere un fatto lesivo della mia dignità di persona e di cittadino, è sopratutto l’emblema dell’ennesimo "spreco all’italiana". Ma andiamo con ordine.

Martedì 4 settembre mi trovavo nella stazione di Piacenza. Attendevo la coincidenza con il treno 9826 delle ore 19.41, che da Piacenza mi avrebbe portato ad Alessandria. Circa mezz’ora prima della partenza vengo a conoscenza del fatto che il treno in questione portava circa 150 minuti di ritardo, causa occupazione dei binari da parte di alcuni operai. […] Dovevo prendere ancora altri mezzi per giungere nel luogo finale di destinazione: con un simile ritardo li avrei sicuramente persi. Inoltre, trovare un albergo attrezzato per disabili all’ultimo minuto è praticamente impossibile. Insomma, intravedevo delinearsi all’orizzonte la netta possibilità di dover passare la notte in stazione. Così, cercai d’informarmi sul fatto se avessi potuto per caso prendere qualche altro treno in direzione Alessandria. Per circa un’ora continuai a chiamare ininterrottamente la Sala Blu di Bologna, senza avere alcuna risposta. A quel punto avvisai anche altre Sale Blu, chiedendogli se potessero farmi gentilmente chiamare da Bologna. Nulla. Il silenzio più totale. Alle ore 20.00 circa arrivò sul primo binario il treno 20378, un regionale che 50 minuti dopo sarebbe partito proprio alla volta di Alessandria. Avvicinandomi ai convogli mi accorsi che il treno era perfettamente attrezzato per disabili, con tanto di "simbolino" gigantesco e aggancio per carrozzine (ho scattato foto per testimoniare quanto affermo). I signori addetti a portarmi sul treno, appartenenti ad una cooperativa locale, affermavano che su quel treno non mi avrebbero mai caricato senza l’autorizzazione di Sala Blu Bologna (scherzando anche sul fatto che, a caricarmi senza autorizzazione, rischiavano di finire in galera il giorno successivo). Iniziai ad innervosirmi: avevo davanti a me un treno perfettamente attrezzato, che andava proprio nella direzione giusta, e rischiavo di perderlo senza alcun motivo!?[…] Da questo punto in poi cominciò un triste teatrino, altamente lesivo della mia dignità di persona e di cittadino: telefonate, grida, concitazione. Tutto nel bel mezzo degli sguardi attoniti degli altri passeggeri! L’assurdità di questa situazione era che c’era un treno perfettamente attrezzato, un capotreno favorevole, io favorevole, e nonostante tutto ciò non potevo salire!? Vi rendete conto? […]»

Alla fine su quel treno Francesco ci è salito. Grazie alla caparbietà e alla spina dorsale del capotreno e del suo macchinista. Il capotreno ha però dovuto firmare un foglio in cui si assumeva la responsabilità di tutto. Ma perché tutto questo?

«Perchè il 20378, UFFICIALMENTE, risulta NON ATTREZZATO (e quindi, nella malaugurata ipotesi fosse capitato qualcosa, e qualcuno dall’alto fosse andato a chiedergli spiegazioni, sarebbe risultato che loro avevano dato l’assenso a far salire un disabile su un treno non idoneo). Ed ecco lo "spreco all’italiana". […] Se voi andate a controllare, vedrete che la maggior parte di treni locali (il 90%) risulta NON ATTREZZATO. In realtà, molti di essi girano con vetture perfettamente attrezzate. Vetture che però i disabili non potranno utilizzare mai, perchè dai sistemi computerizzati di Trenitalia non risultano presenti».

È inaudito che, ancora oggi ci siano treni non attrezzati per disabili. Ma ancor più grave è che ci siano treni attrezzati che i disabili non possono prendere. 

 

 

 

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