Giornata mondiale dell’acqua: cosa beviamo?

Dopo il referendum della scorsa primavera, la gestione della nostra acqua torna al centro del dibattito, grazie alla Giornata mondiale dedicata al bene comune per eccellenza che si celebra oggi. Un elemento a cui dovremmo badare di più, visto che uno dei problemi principali circa l’approvvigionamento idrico italiano è lo spreco delle risorse. Per l’occasione Federutility ha messo […]

Dopo il referendum della scorsa primavera, la gestione della nostra acqua torna al centro del dibattito, grazie alla Giornata mondiale dedicata al bene comune per eccellenza che si celebra oggi. Un elemento a cui dovremmo badare di più, visto che uno dei problemi principali circa l’approvvigionamento idrico italiano è lo spreco delle risorse.

Per l’occasione Federutility ha messo online tutti i parametri qualitativi e delle caratteristiche dell’acqua divise regione per regione. Federutility è la federazione che riunisce le aziende del gas, dell’energia e la totalità delle aziende dell’acqua in Italia. Anche se la legge prevede semplicemente che i dati debbano essere comunicati alle autorità sanitarie e alle istituzioni territoriali, sono molte le aziende che – come servizio ai cittadini – pubblicano i parametri chimico-fisici e le caratteristiche organolettiche dell’acqua sui propri siti web o sulle bollette che inviano a casa agli utenti. Qualcuno le chiama «Carta d’identità» dell’acqua, altri «etichetta», altri ancora «tabella di qualità», ma per la prima volta questi dati sono riuniti in una stessa lista.

«Con le tariffe più basse del mondo abbiamo un’acqua eccellente in tutto il Paese», dice Mauro D’Ascenzi, vice presidente di Federutility. «Potremmo diventare un esempio europeo se solo si decidesse una volta per tutte di considerare l’acqua una priorità nazionale. La soddisfazione di avere un’acqua di buona qualità non deve farci dimenticare che ne sprechiamo troppa, non la depuriamo, minacciamo ogni giorno ambiente e turismo e pagheremo multe salate se non interveniamo presto sulla depurazione», prosegue D’Ascenzi. «Per sistemare il sistema idrico italiano servono 66 miliardi nei prossimi trent’anni e soprattutto serve l’immediato avvio dell’Autorità di regolazione, autonoma e indipendente. L’acqua deve essere una priorità nazionale. A parole tutti ne dichiarano il valore, ma nella realtà la trattiamo come se non ne avesse».

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