La plastica sta distruggendo l’ecosistema marino e, secondo gli scienziati, avremo presto più rifiuti di plastica che pesci. Un motivo in più per considerare sensazionale la notizia che arriva dal Giappone, dove un team di ricercatori, guidato da Takuzo Aida del RIKEN Center for Emergent Matter Science, in collaborazione con l’università di Tokyo, ha sviluppato una plastica resistente, riciclabile e capace di degradarsi completamente in acqua di mare, senza generare microplastiche. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science.
Le plastiche tradizionali e molte alternative biodegradabili attuali non si degradano negli oceani, causando danni ambientali. La nuova plastica supera questo limite grazie a ponti salini tra due monomeri (esametafosfato di sodio e composti a base di guanidinio) che si rompono solo a contatto con elettroliti marini. In condizioni normali è stabile e resistente come le plastiche convenzionali, ma una volta immersa in acqua salata si dissolve in poche ore.
Il materiale, chiamato “plastico supramolecolare”, è atossico, non infiammabile, lavorabile sopra i 120°C e personalizzabile per diverse applicazioni, dalla stampa 3D all’ambito medico. È anche altamente riciclabile: oltre il 90 per cento dei componenti può essere recuperato dopo l’uso. In suolo, il materiale si degrada in 10 giorni, rilasciando nutrienti utili come fosforo e azoto. Adesso speriamo che dalla fase della ricerca e della scoperta scientifica si passi a quella della produzione su larga scala di un materiale che potrebbe segnare la svolta nella lotta contro le microplastiche.
Fonte immagine di copertina: RIKEN
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