Grande caldo e siccità spengono la tavolozza di colori di Castelluccio di Norcia

La siccità che ha caratterizzato il mese di giugno ha fermato la fioritura delle lenticchie, ma c’è ancora speranza. La resilienza di un territorio duramente colpito dal terremoto del 2016.

Castelluccio di Norcia

Ogni anno richiama tantissimi turisti, e non solo dall’Italia ma questa volta l’attesa per la fioritura della lenticchia di Castelluccio di Norcia, il piccolo borgo sull’altopiano dei Monti Sibillini, sta lasciando tutti col fiato sospeso. Il caldo eccessivo e la siccità hanno spento i colori dei campi coltivati con la lenticchia del piccolo borgo umbro le cui fioriture spettacolari sono in grado di catapultare chi le osserva in un quadro di Monet. 

Le ondate di caldo eccessivo dovute al surriscaldamento globale ha avuto un forte impatto sui fiori, sia su quelli spontanei come papaveri e fiordalisi, che su quelli della lenticchia, impedendogli di sbocciare. L’assenza di precipitazioni sull’altopiano dei Monti Sibillini nei primi venti giorni di giugno ha causato l’appassimento dei pochi fiori che erano riusciti a mostrarsi, spegnendo i colori che, anno dopo anno, hanno reso celebre il luogo e il suo prezioso prodotto, la lenticchia IGP. 

Ora tutte le speranze sono riposte nella terza fioritura: i coltivatori di Castelluccio prevedono sempre una tripla semina proprio per fronteggiare eventuali imprevisti meteorologici. Le piogge e il leggero calo di temperature di questi giorni sta, gradualmente, riattivando la tavolozza di colori che caratterizza il Pian Piccolo, il Pian Perduto e il Piano di San Lorenzo. Quello che preoccupa i coltivatori è però anche il raccolto: quest’anno la resa potrebbe essere più bassa rispetto agli anni precedenti. 

Ma Castelluccio di Norcia non è soltanto un luogo in cui ammirare la straordinaria fioritura delle lenticchie. A nove anni dal terremoto che lo ha profondamente segnato nel 2016, è ancora un borgo da ricostruire. Un territorio che oltre ad essere una cartolina è anche un luogo che, ogni giorno, e non solo durante il periodo della fioritura, lotta per non scomparire a causa dell’abbandono e dello spopolamento.  

Fonte immagine: la Repubblica

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