La filantropia in Italia cresce: l’era dell’egoismo sta finendo

Cresce il divario tra ricchi e poveri, ma aumentano anche le donazioni da parte dei filantropi. È proprio vero che, come sostiene il manifesto di Non Sprecare, il futuro è nella condivisione e che l'egoismo è finito

FILANTROPIA DATI –

A fronte di un mondo sempre più diviso tra ricchi e poveri, i magnati europei stanno aumentando le loro donazioni. Secondo l’ultima analisi del Centro Studi di Fondazione Lang Italia – elaborata sulla base di dati Ocse, Oxfam, Sole 24 Ore, Bnp Paribas, Fondation de France – in Italia un filantropo su tre crede in “cause di rilevanza nazionale”, ma soprattutto destina un quinto dei suoi guadagni annuali in donazioni benefiche.

Si conferma quindi un punto importante del manifesto di Non Sprecare: il futuro è davvero nel condividere e quanto segnalato dallo studio è un segnale che l’egoismo è finito.

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DIVARIO RICCHI E POVERI –

Negli ultimi tre anni la distanza tra ricchi e poveri si è fatta più profonda. Una tendenza che ha colpito anche l’Italia: nel 2015, solo il 20% degli italiani detiene il 61,6% della ricchezza e un altro 20% poco sotto il 20,9%. Ciò significa che il 40% degli italiani più facoltosi controlla oltre l’80% della ricchezza nazionale.

La ricchezza è, dunque, nelle mani di pochissime persone che però, per fortuna, sono più generosi di quanto si pensi.

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DONAZIONI FILANTROPICHE –

I donatori italiani corrispondono al 30% della popolazione totale. Ben indietro rispetto a Paesi come la Svizzera in cui la percentuale sale al 70% o ai Paesi Bassi (85%).

Tuttavia, nonostante la fetta ristretta di persone che sono disposte a elargire il proprio denaro, il nostro Paese si classifica al terzo posto per quanto riguarda l’ammontare delle donazioni individuali, che ammontano in totale a 2.600 milioni di euro all’anno. Ci superano solo la Germania (€4.160) e Regno Unito (€11.532).

Un dato che ha una spiegazione: i magnati nostrani hanno infatti cambiato in positivo le proprie donazioni aumentandone le quantità e destinandole soprattutto a progetti legati al nostro territorio.

FILANTROPIA STRATEGICA –

“In questo periodo si utilizzano i termini filantropia, venture philanthropy, outcome based, capacity building philanthropy e vediamo l’attuazione di iniziative di finanza sociale – spiega Lucia Martina, Segretario Generale Fondazione Lang Italia –. Ma non è possibile orientarsi in questo panorama sempre più complesso se non si riparte dall’uomo e dalla sua intenzione di attivarsi in modo pro attivo: ovvero da chi, sia individuo, famiglia, fondazione o impresa, detiene un patrimonio con cui desidera realizzare un reale cambiamento sociale. Qui entra in gioco l’ottica della filantropia strategica, che definisce un percorso di medio-lungo periodo volto a perseguire uno scopo ben delineato, la realizzazione concreta di una visione, un risultato che prende origine dalla volontà stessa del filantropo o dell’investitore sociale: la forza propulsiva originaria”.

Anche questi temi verranno affrontati durante la terza edizione del Lang Philanthropy Day, che si terrà il prossimo 19 novembre a Milano (Palazzo Clerici). Un evento che sarà dedicato ad approfondire i temi dell’efficacia dell’azione filantropica e della valutazione dell’impatto sociale con i protagonisti del settore.

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