Sara Gandolfi, 32 anni, nata a Bologna, ha conquistato un dottorando in Scienza dei materiali all’Università di Parma, ma il suo ruolo più importante è quello di ricercatrice dell’Istituto di Scienza, tecnologia e sostenibilità per lo sviluppo dei materiali ceramici del Cnr di Faenza. In questa veste partecipa al progetto SEArcular, finanziato dal Cnr, che studia ed esplora le piste per applicare le logiche dell’economia circolare all’industria ittica.
E da qui è nata l’idea di un dentifricio molto speciale: ottenuto dalle lische di pesce, fortifica lo smalto di canini e incisivi. Il motivo scientifico è nel fatto che le lische di pesce, uno scarto enorme dell’industria ittica, e i nostri denti, hanno in comune un prezioso minerale: l’idrossiapatite, formata da ioni di calcio e di fosfato. Questa sostanza protegge lo smalto dei denti, ma i batteri che arrivano dalle infezioni possono scioglierla, o anche una dieta con l’eccessivo consumo di zucchero.
Già adesso esistono in commercio dentifrici che contengono l’idrossiapatite, ma la sostanza viene prodotta attingendo alle rocce fosfatiche, e creando così un danno ambientale. Attraverso il riuso delle lische dei pesci (che valgono circa il 59 per cento del peso dei prodotti pescati, e quasi mai arrivano a tavola, ma finiscono nella spazzatura) si potranno realizzare dentifrici in grado di fortificare lo smalto di canini e incisivi. Ma l’idrossiapite ricavata dalle lische si potrà utilizzare per creme solari e fertilizzanti, riducendo, per esempio, l’uso dei filtri solari, che proteggono dai raggi ultravioletti, ma spesso finiscono a mare e danneggiano gli ecosistemi. Gli scarti delle lische di pasce, invece, non faranno altro che tornare nel loro ambiente naturale, senza alcun danno.
Il progetto è candidato al Premio Non Sprecare 2024, nella sezione Istituzioni. Per candidare i vostri progetti, seguite le istruzioni fornite qui.
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