COSA CAMBIA CON TRUMP PRESIDENTE –
Continuo a pensare, dopo la vittoria di Donald Trump e il fiume di sconcerto che si sta versando nell’opinione pubblica di mezzo mondo, che la democrazia in America sia una cosa seria e solida. Fatta innanzitutto di pesi e contrappesi e di una reale incidenza degli elettori-cittadini sulle scelte politiche. Quindi: non riesco a spaventarmi per questo risultato che segna, a prescindere dai giudizi sulle singole persone e sui candidati, innanzitutto un’ansia popolare, di massa, per il cambiamento, altra cosa normale in una democrazia che funziona.
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PERCHÉ HA VINTO TRUMP –
Piuttosto credo che adesso, specie dopo l’ennesimo fallimento della Dea Sondaggio, abbiamo gli elementi per rispondere a una domanda che ci riguarda tutti, anche in Europa, anche in Italia, anche nelle nostre case. Perché ha vinto Trump? Ovviamente le risposte sono diverse, e riguardano anche flussi elettorali e scarso appeal del candidato concorrente (questa è la democrazia, bellezza…), quella Hillary Clinton, che il 70 per cento dei cittadini degli Stati Uniti considerano «disonesta e inaffidabile». A torto o a ragione, è secondario.
Fatta la tara di una competitor inadeguata, poco amata, e, diciamolo, figlia di un familismo politico che è diventato ogni giorno più insopportabile, visto che non si può governare la prima potenza mondiale a colpi di dinastie, dai Clinton ai Bush, entrambe adesso finalmente liquidate, veniamo alla leva fondamentale che ha trascinato Trump alla Casa Bianca. Il malessere diffuso del popolo americano. La rabbia, l’indignazione, lo scontento, di milioni e milioni di persone, cittadini e famiglie, uomini e donne, millennials e anziani, che non solo non credono più nel «sogno americano» (un perno dell’epopea di un popolo e di una nazione, dalla sua nascita a sempre) ma soffrono, tutti i giorni. Stanno male. Per il semplice motivo che non hanno alcun certezza sui loro stili di vita, sul loro benessere, sulla possibilità di costruire un futuro dove ci sia spazio per cose semplici e chiare: il lavoro, una famiglia, una casa, etc…
(Credits: Evan El-Amin / Shutterstock.com)
EFFETTI DOPO ELEZIONE TRUMP –
In questo senso, Trump vince dove Obama ha perso, ovvero in un cambiamento troppo parziale, dopo ben due mandati, che non è riuscito a migliorare le condizioni di vita del suo Paese. Mi spiego con due esempi molto concreti. Obama ha salvato grandi banche e grandi aziende dal crack finanziario, e lo ha fatto con massicci interventi finanziari, di soldi dei contribuenti. Doveva farlo, certo. Ma se le banche sono state salvate, se gli stipendi dei grandi, medi e piccoli manager sono tornati a livelli stratosferici come se nulla fosse, che cosa è cambiato per il cittadino medio alle prese con il suo prestito per acquistare un televisore, un’auto o una casa? Nulla. Anzi: tutto è peggiorato, tutto è diventato più difficile e più incerto, e non c’è alcuna sicurezza all’orizzonte di una ripresa della «normalità», ovvero di vite che possono essere programmate e sognate sulla base di un decente livello di reddito individuale e collettivo. In una parola: l’ingiustizia sociale è aumentata, si è allargata quella orribile forbice tra un club di super ricchi, sempre più ricchi e indifferenti ai venti della Grande Crisi, e una stragrande maggioranza di persone che sentono avanzare il rischio di vite sprecate, perse nella rincorsa quotidiana si una tranquillità economica e sociale che non arriva mai. Persone che scivolano, invece di avanzare, nella scala sociale e arrivano fino a rasentare l’universo della nuova povertà.
CONFRONTO TRUMP OBAMA –
Nel frattempo, accanto ai tradizionali potentati di banche, finanza e grandi aziende di settori strategici, come quello del petrolio o dello shale oil (il petrolio in versione aggiornata) e dell’immobiliare, si è consolidata la ricchezza e il potere di un altro cerchio magico della società e dell’economia americana: i tycoon della tecnologia. Gente che in pochi mesi passa da uno scantinato a un conto in banca miliardario. Anche qui: quali sono stati i vantaggi per l’americano medio? Pochi, troppo pochi. Lo dimostra bene il secondo esempio che volevo fare: l’amministrazione Obama ha creato milioni di posti di lavoro, e questo in un momento storico nel quale il lavoro diminuisce, anche per effetto dell’avanzata tecnologica, è un fatto positivo. Peccato però che sono lavori davvero poveri, molto poveri: stiamo parlando di stipendi da 8 dollari l’ora. Vi chiedo: con questo guadagno si sogna? O più semplicemente: si campa? Datevi una risposta, e siete arrivati dritti alla Casa Bianca occupata da Donald Trump.
(Credits: chrisdorney / Shutterstock.com) – (Credits immagine di copertina: Gino Santa Maria / Shutterstock.com)