Coloco: il collettivo che crea giardini anche nell’asfalto

Paesaggisti, urbanisti botanici, giardinieri e artisti: un atelier francese che lavora molto anche in Italia. Senza snaturare i luoghi. Ma valorizzandoli con le piante

Cemento, rifiuti, luoghi abbandonati e sporchi. Paesaggi urbani da ricostruire. È in questo contesto che si sviluppa il lavoro di Coloco, un atelier collettivo che mette insieme paesaggisti, urbanisti botanici, giardinieri e artisti. Tutti uniti dall’idea che i nuovi spazi si devono creare senza forzature e rispettando le condizioni ambientali.

COLOCO 

Coloco ha realizzato molti lavori anche in Italia, con una bussola fornita di quattro punti cardinali. Il primo, per usare un’espressione cara a Renzo Piano a proposito del modo necessario per intervenire nelle periferie degradate, si chiama rammendo. Nel degradato quartiere dello Zen a Palermo, per esempio, al posto di una discarica è stato realizzato un bellissimo giardino pubblico. In uno stabilimento della Manifatture Knos di Lecce, nelle pieghe dell’asfalto, senza procedere ad alcuna demolizione, sono state inserite delle piante. L’effetto è stato molto efficace. Per il semplice fatto che sotto l’asfalto esiste uno strato di ghiaia che trattiene l’umidità e consente alle radici di crescere in modo molto solido.

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GIARDINI CONTEMPORANEI

Una seconda parola-chiave del lavoro di Coloco è raccolta nell’espressione “Abbandono con cura”. Che cosa significa? I giardini contemporanei, specie nelle zone urbane, non hanno bisogno di cure ossessive ed esagerate, ma le piante possono vivere e crescere molto bene, con ottimi risultati da un punto di vista ambientale, anche con una minima manutenzione. Terzo punto della bussola di Coloco: casualità. Esiste un progetto di base dal quale partire e sul quale orientare i primi interventi. Ma poi bisogna essere pronti a cambiare rotta, ad apportare modifiche, con spontaneità, proprio come le piante che crescono in  modo naturale, ogni volta che si presenta l’occasione giusta. E questo rende particolarmente unici i giardini contemporanei di Coloco. 

Pablo Georgieff

POETIUCA DELLA ZAPPA LIBRO

L’ultimo faro del lavoro di Coloco è l’obiettivo di «riempire il vuoto». Occupare con rigore, ma anche con libertà espressiva e funzionale, gli spazi, per trasformarli. Come spiega bene Pablo Georgieff, uno dei fondatori di Coloco, in un libro tutto da leggere. Si intitola Poetica della zappa  ed è edito da DeriveApprodi.

Foto tratta dal sito internet di Coloco.

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