Qualcuno si è arricchito sul crack dell’Alitalia, e non ha ancora finito di incassare ricche parcelle. Il conto del commissarimento della compagnia di bandiera, di fatto fallita e poi passata di mano a un gruppo di “capitani coraggiosi” chiamati all’appello dall’ex premier Silvio Berlusconi, finora è attorno ai 40 milioni di euro, ma non è ancora chiuso e assomiglia sempre di più a un vaso di Pandora. La parte del gigante l’ha fatta il professore Augusto Fantozzi, che per tre anni di lavoro come commissario della società in liquidazione ha incassato parcelle per 6 milioni di euro. Adesso ha presentato un ultima fattura al ministero dello Sviluppo di altri 3 milioni di euro, come liquidazione finale della sua prestazione professionale, e il ministro Corrado Passera non ha ancora dato l’ok definitivo al pagamento di Fantozzi.
Al seguito del commissario ci sono poi i suoi più stretti collaboratori e consulenti durante la fase commissariale. A partire dal fiscalista Franco Paparella (2,7 milioni di euro di parcelle) , dal suo socio Bruno Sed (1 milione e 650mila euro di fatture) e dall’avvocato Eugenico Tamborrini per le pratiche legali finora ha presentato un conto di 3 milioni di euro. Il lavoro non è finito, le consulenze continuano a piovere e qualcuno si chiede: quando si chiuderà il rubinetto di Alitalia che i contribuenti italiani continuano a pagare?
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