Fumare gli spinelli, specie se in modo molto frequente e in grandi quantità, comporta qualche rischio che può tradursi anche in uno spreco della propria efficienza mentale, in zone chiave del cervello come la corteccia prefrontale e l’insula anteriore.
Una ricerca molto completa, realizzata da un gruppo di ricercatori dell’università americana del Colorado, e pubblicata su Jama Network Open, ha preso in esame e monitorato nei dettagli l’attività cerebrale di oltre mille giovani tra i 22 e i 36 anni. Mai un campione così ampio era stato preso in esame per un’indagine di questo genere.
I partecipanti alla ricerca si sono sottoposti a dei test cognitivi, e i risultati sono stati molto chiari. Il 68 per cento dei giovani che consumavano cannabis in modo non saltuario si sono ritrovati con un calo di efficienza in alcune zone del cervello. Innanzitutto nell’aria che viene definita come quella addetta alla “memoria di lavoro”, ovvero la capacità di riuscire a far fruttare al meglio il proprio bagaglio di competenze e di conoscenze per svolgere diverse attività.
Altre ricerche, in passato, hanno associato l’uso cronico e regolare della cannabis, soprattutto iniziato in giovane età (prima dei 25 anni), a fenomeni come:
- Riduzioni persistenti della memoria e dell’attenzione
- Peggioramenti nel rendimento scolastico o lavorativo.
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