Il Festival del cinema di Roma é diventato uno spreco insostenibile. Conti in rosso (l’ultimo deficit da ripianare è stato di 2 milioni di euro), nessuna identità precisa della manifestazione, enti locali (Regione, Provincia e Comune) in affanno per tirare fuori i soldi che servono anche considerando i loro bilanci disastrati, sponsor molto dubbiosi, se non in fuga.
Che senso ha tenere in piedi ciò che rischia di diventare un’inutile baracca delle passarelle romane? Il Festival del Cinema di Roma, ricordiamolo, è nato alcuni anni fa per iniziativa dell’allora sindaco Walter Veltroni che, giustamente dal suo punto di vista, voleva dare a Roma, la città di Cinecittà, una vetrina di caratura internazionale in questo settore. L’idea di Veltroni, appassionato e competente cultore di cinema, aveva un vizio d’origine: di fatto il Festival di Roma si sovrapponeva a quello di Venezia, creando così i presupposti di una competizione da Italietta, mentre bisognava impedire lo scivolamento del Festival di Venezia nel girone della serie B dei grandi eventi internazionali in questo campo. Andato via Veltroni, la situazione è precipitata.
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E il punto di oggi, sul Festival, lo va molto bene una firma autorevole come Fabio Ferzetti sul Messaggero. Scrive Ferzetti: «Anche se premiati molti titoli di film che abbiamo visto al Festival di Roma non hanno distribuzione e resteranno invisibili… Non c’è chiarezza su un Festival che un giorno si sente Venezia e un altro si rifà a Toronto….». E così via. Aggiungiamo che il direttore del Festival, Marco Mueller, per difendere la creatura in coma parla di un Festival che «rappresenta una schizofrenia addomesticata ma non domata». Appunto, una schizofrenia dello spreco.
Per l’edizione del 2014 é tutto incerto: date della manifestazione, fondi, consiglio di amministrazione (tutto da rinnovare) e perfino la direzione di Muller. L’unica certezza é la parola chiara e forte arrivata da Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio, che ha di fatto annunciato l’idea di volere azzerare il Festival di Roma. Zingaretti, molto attento ai tagli degli sprechi, prima di continuare a mettere soldi vuole capire se il Festival romano ha ancora un senso. E prova a coinvolgere il ministero dei Beni Culturali e del Turismo, guidato da Massimo Bray, con un’idea che però sembra un ulteriore pasticcio, visto che il ministero certo non ha fondi per salvare il Festival di Roma.
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Forse, alla fine, Zingaretti proverà a dare una nuova e più specifica identità al Festival (orientandolo più verso la funzione commerciale), ma dovrà fare i conti con le opinioni del sindaco Ignazio Marino e del vertice della provincia di Roma. poi dovrà trovare i soldi e convincere gli sponsor. Ai quali qualcuno dovrà dare una spiegazione sul bilancio del Festival di Roma 2013, dove la cosa migliore che si è vista, a parte qualche film di sicura qualità, è la bellezza di Sabrina Ferilli, attrice ormai sempre più di rango e di qualità. Viva la Ferilli, e via il Festival di Roma.