Usa, una mamma contro la Nutella

  MILANO – I bambini americani sono troppo grassi per colpa della Nutella, presentata negli spot come un prodotto che "fa bene". È la convinzione di una donna californiana, madre di un bambino di 4 anni, che ha denunciato la Ferrero, produttrice della nota crema a base di cioccolato e nocciole, per aver prodotto «pubblicità […]

 

MILANO – I bambini americani sono troppo grassi per colpa della Nutella, presentata negli spot come un prodotto che "fa bene". È la convinzione di una donna californiana, madre di un bambino di 4 anni, che ha denunciato la Ferrero, produttrice della nota crema a base di cioccolato e nocciole, per aver prodotto «pubblicità ingannevole e concorrenza sleale». «La Nutella contiene troppi grassi saturi e zuccheri trattati – spiega Athena Honenberg, questo il nome della donna -. Due ingredienti che contribuiscono significativamente all’allarmante aumento dell’obesità infantile in America e che possono produrre problemi di salute per tutta la vita». Secondo lei gli spot che rappresentano «intere famiglie felici e bimbi sani che fanno colazione a base di Nutella» sostengono una cosa falsa. Quindi ha presentato la sua denuncia alla Corte Federale di San Diego, accusando l’azienda di Alba di violare la legge. Verrebbe da dire che l’elenco dei prodotti che possono fare ingrassare (se ingeriti in grande quantità) non si limita certo alla Nutella, ma forse il figlio di Athena Honenberg ha una particolare predilezione per la crema spalmabile italiana.
«CASO SMONTATO» – «Un caso già smontato più volte in passato – è stato il secco commento della Ferrero -. Attacchi simili tentano di scalfire il successo della crema da spalmare più nota al mondo che presidia da sempre i mercati come icona del made in Italy e dell’italian way of life. Il Giury della pubblicità italiano, all’inizio del 2007, si è già pronunciato in un caso analogo a favore della nostra società, che nell’occasione si è avvalsa delle relazioni di esperti nutrizionisti e pediatri secondo cui una prima colazione a base di una fetta di pane e Nutella, di un bicchiere di latte e di frutta risulta essere bilanciata per iniziare la giornata, nel quadro di una dieta variata». La Ferrero ricorda inoltre che «nel settembre 2007 al convegno annuale dell’autorevole American College of Nutrition negli Stati Uniti si è espresso un giudizio scientifico positivo sull’uso nel corso della prima colazione di una crema spalmabile a base nocciola» e che «il giudizio positivo è stato ripreso in altre autorevoli ricerche pubblicate nel 2008 su The Journal of International Medical Research – Breakfast: a good habit, not a repetitive custom e nel 2010 su Critical Reviews in Food Science and Nutrition – Dietary choices for breakfast in children and adolescents».
«PROBLEMA È ABUSO» – «La Nutella può essere consumata senza problemi a colazione o merenda: il problema è l’abuso – spiega Andrea Ghiselli, ricercatore dell’INRAN (Istituto nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione) di Roma -. Non esistono alimenti che fanno bene o male in assoluto, quello che può far male è la quantità: con una cucchiaiata di Nutella si introducono molte kilocalorie, mentre per raggiungere lo stesso apporto con le mele, per esempio, bisognerebbe mangiarne una grandissima quantità. Il problema nel caso della Nutella, come di tanti altri alimenti, è che la dose di consumo ragionevole è molto vicina alla dose di abuso: per un bambino di 4 anni, come il figlio della signora americana, consiglierei di non superare il corrispondente di un velo spalmato sul pane, cioè meno di un cucchiaio».
 
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