Dottori volanti, pendolari in camice bianco. Arrivano da Napoli in aereo, fanno le guardie notturne nei pronto soccorso del Martini o del Mauriziano, e poi tornano a casa. Sono medici psichiatri a gettone. In pratica «consulenti esterni» assoldati per curare la carenza cronica di personale negli ospedali torinesi.
Rinnovando una tradizione intrapresa da circa 4 anni, l’AslTo 1 ha lanciato di recente il bando per la copertura annuale dei turni di guardia medica nei tre Dea collegati al dipartimento di psichiatria: Mauriziano, Martini, Molinette. Venti incarichi. Compenso lordo di 340,92 euro a notte. Il bando relativo al 2011 prevede 10 turni al mese: ognuno di 12 ore. Dei 13 medici che hanno fatto servizio nel 2010 nei Dea dei tre ospedali, tre sono psichiatri pendolari napoletani.
Sanità «low cost», utile a coprire i vuoti di organico e a contenere le spese delle Asl. «Questo modo di gestire la sanità – dice Riccardo Ruà, fondatore dell’associazione Graziani contro la malasanità – è preoccupante. Un paziente psichiatrico si rivolge al pronto soccorso convinto di parlare con un medico dell’ospedale e invece è un consulente, un turnista a gettone. Uno che non ha nessun legame con la rete territoriale, con i servizi di prevenzione e che soprattutto non è in grado di assicurare la continuità di prestazioni».
Il direttore generale dell’AslTo 1, Ferruccio Massa, con ottica da manager, difende il sistema degli incarichi professionali. Dice: «È l’unico modo di sopperire al blocco di assunzioni, e comunque il personale a tempo pieno ci costerebbe di più. Il sistema dei medici a gettone permette di risolvere molti problemi. Avviene in tutti i contesti sanitari, non soltanto in psichiatria». E aggiunge: «Il bando scaduto di recente non è una novità. Da circa tre o quattro anni copriamo le guardie psichiatriche con incarichi esterni. Sono medici in gamba, specialisti. Vengono scelti da una commissione in base ai titoli. Non prendiamo mica ciofeche».
Ma in ambiente ospedaliero non tutti sono d’accordo. C’è malumore. I requisiti richiesti, così come sono formulati nel bando per il 2011, lascerebbero spazio a qualche equivoco. Per la copertura dei servizi notturni è richiesta la specializzazione in psichiatria o psicologia clinica o neuropsichiatria infantile; oppure l’iscrizione all’ultimo o al penultimo anno di una delle scuole di specializzazione. Oppure, terzo caso, aver maturato un’esperienza lavorativa di 2 anni presso strutture psichiatriche pubbliche o accreditate con la Regione. «Quest’ultimo requisito – aggiunge Ruà – potrebbe favorire anche chi non ha competenze adatte. Ad esempio l’assunzione di un medico generico che, pur avendo lavorato in qualche casa di cura, non ha potuto maturare le qualifiche ad effettuare turni notturni in un grande pronto soccorso».
Gli aspiranti consulenti che hanno risposto al bando 2011 sono 24. La commissione si riunirà nei prossimi giorni per esaminare i requisiti. «In tutti questi anni – afferma Vilma Xocco, responsabile del dipartimento di psichiatria – non abbiamo mai avuto problemi con i colleghi esterni, specialisti qualificati. Grazie a loro possiamo mantenere attivi i servizi diurni, affidati a medici ospedalieri». Ma c’è una novità. Da quest’anno, i «gettonisti» destinati al Martini e al Mauriziano saranno organizzati in due gruppi. «In questo modo – dice la dottoressa Xocco – vogliamo creare maggiore coordinamento col personale dell’ospedale, e migliore la qualità del servizio». Per una sanità meno «mordi e fuggi».