Sprechi pubblici / Estero. Giappone: quando nessuno usa i servizi municipali online

E’ interessante capire quale tipo di comodita’ facciano presa sulla gente, e quali invece no. Personalmente, mi piace fare certe commissioni e odio farne altre. Mi piace fare la spesa e il bucato, o sbrigare qualche scartoffia al municipio. Ma quel che detesto davvero e’ avere a che fare con una montagna di carte e […]

E’ interessante capire quale tipo di comodita’ facciano presa sulla gente, e quali invece no. Personalmente, mi piace fare certe commissioni e odio farne altre. Mi piace fare la spesa e il bucato, o sbrigare qualche scartoffia al municipio. Ma quel che detesto davvero e’ avere a che fare con una montagna di carte e documenti. Mi irrita non poco riempire i moduli, e le bollette sono forse la cosa peggiore. Il risultato e’ che sono sempre ben contento di accelerare i tempi cercando di fare tutto online.
Sembra pero’ che un discreto numero di prefetture giapponesi non la pensi allo stesso modo. Un esempio: entro fine mese, molti moduli spariranno dal sito del dipartimento di polizia della prefettura di Saga, dopo aver speso circa 400 milioni di yen (piu’ di 3 milioni di euro) per il lancio e la manutenzione del sito. il progetto venne lanciato dopo un periodo preparatorio durato dal 2004 al 2006, e nel successivo biennio 2006-2008, le richieste presentate di persona presso gli uffici furono circa 14.000 e invece zero utenti per il servizio online. Com’e’ possibile?

Ho deciso cosi’ di dare una bella occhiata alla homepage della Polizia della Prefettura di Saga. Non e’ facile trovare quel che si cerca. Sorvolero’ sul design antiquato del sito, ma e’ stato sufficiente un tentativo di utilizzo del “sistema” per farmi capire come mai nessuno voglia usarlo. Occorre cliccare su un tasto in basso con dei caratteri giapponesi, che, pero’, e’ un pulsante e non finestra per la ricerca, e inoltre il testo e’ difficile da leggere per via dei colori contrastanti. Poi si arriva alla pagina di informazioni sul sistema.

Accidenti! Voglio dire, e’ semplice. C’e’ un gran quantita’ di documenti in formato standard e con i dettagli relativi ad ognuno, oltre alla possibilita’ di scaricare file in formato Pdf o Word. A dir la verita’ mi piace, ma mi e’ estremamente difficile immaginare come lo sviluppo di questo sistema possa essere costato 400 milioni di yen nel corso di 4 anni, la meta’ dei quali investiti in puro sviluppo. La spesa viene attribuita al server ma, seriamente, come e’ stata calcolata questa cifra? Hanno forse incluso il salario annuale complessivo di tutti quelli che l’hanno testato? Ridicolo!

Il punto di questo post non e’ tanto sottolineare la comodita’ dei servizi online, quanto piuttosto la ricerca della qualita’ rispetto, be’ si, alla tradizione. Chiaramente la progettazione del sito in questione avrebbe dovuto essere affidata a terzi. Il tempo e i costi impiegati in questo caso dovrebbero servire di lezione alle altre prefetture che stanno considerando lo sviluppo di analoghi servizi online (o che invece ne stanno valutando la chiusura, come a Saga, o prima ancora a Fukushima).

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Testo originale: Something about habits. Ripreso da Feedbackward: canadese residente a Kyoto, Matt Holland riflette in maniera sparsa su situazioni e faccende (anche personali) nel Paese del Sol Levante.

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