Sì all’auto elettrica, ma occhio ai consumi

Roma- La diffusione dei veicoli elettrici è un traguardo che tutti auspicano in nome della tutela dell’ambiente. Ma questa rivoluzione richiederà grandi innovazioni anche da parte delle società elettriche, poiché è prevedibile che un’auto elettrica consumerà in un anno più o meno quanto un’abitazione media europea. Gli scenari che si prospettano con l’introduzione della trazione […]

Roma- La diffusione dei veicoli elettrici è un traguardo che tutti auspicano in nome della tutela dell’ambiente. Ma questa rivoluzione richiederà grandi innovazioni anche da parte delle società elettriche, poiché è prevedibile che un’auto elettrica consumerà in un anno più o meno quanto un’abitazione media europea. Gli scenari che si prospettano con l’introduzione della trazione elettrica e le sfide da affrontare sono descritti in un rapporto del Comitato per i Cambiamenti Climatici (CCC) della Gran Bretagna, dal titolo Renewable Energy Review. Il rapporto analizza la prevista evoluzione di tutte le principali tecnologie rinnovabili nel Regno Unito, ma – nel caso specifico della trazione elettrica – con valutazioni che possono essere estrapolate a tutti i Paesi industrializzati, dato anche lo stato embrionale del relativo mercato. Secondo il CCC tra gli scenari da considerare c’è quello (tutt’altro che improbabile) che nel 2030 il 60% delle nuove autovetture immatricolate sia a trazione elettrica. In tal caso, dal punto di vista ambientale, per ridurre le emissioni di CO2 occorrerà modificare sostanzialmente il mix nazionale di generazione elettrica, aumentando di molto la quota di fonti a basse emissioni di carbonio. Altrimenti l’anidride carbonica che si risparmierà facendo a meno di bruciare carburante nell’autovettura sarà emessa nell’atmosfera dalle centrali termoelettriche che dovranno generare la maggiore quantità di elettricità necessaria alle automobili. Inoltre serviranno grandi investimenti nelle reti di distribuzione intelligenti (Smart Grids), per gestire i nuovi carichi nelle ore di picco che inevitabilmente aumenteranno la pressione sulle reti stesse. Inoltre, il forte incremento della domanda di elettricità e l’incostanza delle fonti rinnovabili comporteranno la necessità di sviluppare sistemi nuovi e più efficienti di immagazzinamento dell’energia. Il tutto, in presenza di un costo dei combustibili fossili che è comunque destinato a crescere, porrà problemi di finanziamento tutt’altro che banali. Il reperimento dei fondi necessari e la concorrenza tra esigenze diverse potrà anzi costituire uno dei problemi più seri verso la strada della sostenibilità.

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