Acqua San Benedetto si è inventata la falsa minerale a impatto zero

L'azienda è obbligata dall'Antitrust a rimuovere dalle bottiglie i suoi proclami green. Non veritieri.

green claim san benedetto

Con il marchio San Benedetto in Italia si vendono circa 4,5 miliardi di bottiglie di acqua minerale all’anno. Una posizione di rilievo su un mercato ricco e profittevole, conquistata grazie alle scelte dei consumatori. 

Ma perché forzare la mano e inventarsi proclami ambientali (i cosiddetti green claim) decisamente falsi? L’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato ha infatti imposto all’azienda di eliminare alcune affermazioni presenti sulle etichette delle bottiglie della San Benedetto (che ha persino creato una linea Ecogreen), negli spot televisivi e in alcune comunicazioni commerciali. Per un semplice motivo: non sono veri. 

L’inganno non è solo un classico esempio di greenwashingma è ancora più grave in quanto sfrutta l’attenzione del grande pubblico su temi vitali per il nostro futuro, come la sostenibilità. I dirigenti dell’azienda, con i messaggi non veritieri, si sono vantati di mettere sul mercato un’acqua minerale “a impatto zero” (questo il claim rimosso: “CO2 Impatto Zero”), ovvero che non comporta emissioni di gas serra e favoleggia un improbabile “impatto positivo per l’ambiente”.

L’azienda ha accolto la decisione dell’Antitrust rimuovendo immediatamente i proclami ambientali falsi, e a questo punto restano solo due considerazioni da fare.

La prima: San Benedetto (che tra l’altro già alcuni anni fa è stata multata per pratiche da greenwashing) non ha bisogno di questi trucchi, considerando il valore del suo marchio e dei suoi prodotti. Anzi: si tratta di espedienti che possono perfino, giustamente, danneggiarla, con una significativa perdita di credibilità.

Seconda considerazione: se i dirigenti della San Benedetto vogliono investire, anche per legittimi motivi di marketing, sulla narrazione della sostenibilità, devono fare scelte vere, autentiche, concrete e utili per tutti. Per esempio: intervenire a sostegno di chi è impegnato, anche nel mondo del volontariato, per la riduzione degli inquinanti rifiuti di plastica che derivano proprio dalle bottiglie di acque minerali.

I mezzi ci sono, considerando la potenza finanziaria della società, e non vanno sprecati con messaggi falsi e fuorvianti. 

Lo scandalo dell’acqua che divide in due il mondo: in una parte del pianeta, tra cui l’Europa e l’Italia, si spreca, e in un’altra, invece si crepa per la sua mancanza. Più del 40 per cento della popolazione mondiale non dispone di acqua potabile per almeno un mese all’anno, mentre in Italia la metà dell’acqua distribuita dalle reti idriche si disperde e si spreca. Come è possibile? E che cosa si può fare per ridurre almeno le conseguenze dello scandalo? Le risposte in questo libro

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Fonte immagine di copertina: Rainews

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