Sabino Di Molfetta, ingegnere elettrico di 32 anni, originario di Canosa di Puglia, in provincia di Barletta-Andria-Trani, emigrato con successo al Nord e poi tornato al Sud per motivi economici, è il protagonista di una storia emblematica degli stipendi troppo bassi rispetto al costo della vita.
Sabino lascia la sua terra da giovane, dopo avere preso una laurea triennale in Ingegneria elettrica a Bari si trasferisce a Bologna per completare gli studi con l’Alma Mater. Una volta terminato il ciclo accademico, Sabino ha difficoltà a trovare lavoro nel cuore dell’industria meccanica emiliana.
Prima alla Kemet Electronics Corporation, azienda cinese leader nel settore che esporta apparecchiature elettroniche; poi un contratto a tempo indeterminato in Ferrari, a Maranello; e infine un posto come project manager della parte energy alla Maserati.
Tutto bene? Neanche per idea. Lo stipendio di 1.600 euro lordi al mese non bastava a Sabino Di Molfetta a vivere bene, dignitosamente e serenamente, facendo i conti con il costo della vita in Emilia, nella zona dove lavorava. A partire dai 750 euro al mese pagati per affittare un bilocale, e dalle spese per le varie bollette. <A fine mese mi rimaneva ben poco per vivere>: ha raccontato Sabino.
E così quando è arrivata una proposta di Enel X, la business linea del Gruppo Enel specializzata nella mobilità elettrica, Sabino ha accettato al volo la possibilità di tornare al Sud per lavorare. Si è licenziato dalla Maserati, ha ottenuto un posto nell’ufficio di Bari, e ha preso casa a Barletta, in Puglia. Raggiunge il posto di lavoro in 20 minuti di treno, e adesso finalmente i suoi conti tornano: lo stipendio basta e avanza per vivere serenamente e non essere travolto dal caro-vita delle regioni del Nord Italia.
Foto di copertina tratta dalla Pagina FB di Sabino Di Molfetta.
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