Rifiuti e sprechi: il no a Napoli impoverisce anche il Nord

Chiamiamolo il doppio paradosso dei rifiuti, o anche come la demagogia continua a fare danni, a colpi di sacchetti di immondizia sulla testa dei cittadini. Nelle regioni del Nord, ecco la novità, i termovalorizzatori che esistono ormai da decenni stanno lavorando a scartamento ridotto. Migliora la raccolta differenziata, aumenta la spazzatura esportata all’estero, diminuiscono i […]

Chiamiamolo il doppio paradosso dei rifiuti, o anche come la demagogia continua a fare danni, a colpi di sacchetti di immondizia sulla testa dei cittadini. Nelle regioni del Nord, ecco la novità, i termovalorizzatori che esistono ormai da decenni stanno lavorando a scartamento ridotto. Migliora la raccolta differenziata, aumenta la spazzatura esportata all’estero, diminuiscono i rifiuti anche per effetto della recessione economica. Risultato: gli impianti lavorano al di sotto delle loro potenzialità. E con questo i bilanci delle società che li gestiscono rischiano di peggiorare pesantemente. Un danno di sistema, tanto più grave se si considera la pesantezza della congiuntura economica. E un danno che non esisterebbe se la Lega, con la sua demagogia da campagna elettorale permanente, non continuasse a impedire l’arrivo della spazzatura napoletana in quegli impianti del Nord oggi sottoutilizzati. Si brucia ricchezza, insomma, invece di spazzatura: e i cittadini delle regioni settentrionali pagano il conto. Allo stesso tempo, secondo paradosso, nella Napoli vulcanica e pirotecnica l’emergenza della spazzatura sembra allentata grazie ai viaggi della speranza, ovvero ai sacchetti che si stanno esportando in Olanda. Ma per il resto tutto è più confuso di prima, visto che nessuno è in grado di prevedere quando e come il ciclo dello smaltimento dei rifiuti del capoluogo campano sarà non diciamo virtuoso ma almeno decente. Eppure l’Europa ha dato una rotta e una scadenza, invocando in modo perentorio gli impianti e l’aumento della raccolta differenziata, che senza soldi sul tavolo, e il comune non possiede questa essenziale materia prima, resta una chimera. Il sindaco di Napoli continua, rigidamente, a dire come in una messa cantata che il termovalorizzatore in città non si farà mai, almeno fino a quando lui sarà a palazzo San Giacomo. Risultato: si avvicina la data, prevista per il prossimo mese di giugno, della maxi multa europea per i soliti napoletani inadempienti. In un colpo solo la città sarà capace di mettere nel conto una pesante sanzione (alla voce costi aumentati) e la perdita dei finanziamenti europei per la mancata realizzazione del termovalorizzatore (alla voce ricavi non pervenuti). Un capolavoro, non vi pare? O meglio: un doppio capolavoro, al Nord come al Sud, a Brescia come a Napoli. Nel nome dell’ideologia che diventa spazzatura. 
da Il Mattino

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