Boyan Slat e il progetto Ocean Cleanup per eliminare il 90 per cento della plastica negli oceani

Probabilmente l'obiettivo è velleitario e troppo ottimistico. Ma la scommessa e la storia di Boyan sono molto interessanti.

OCEAN CLEANUP
Boyan Slat, l’ambientalista olandese noto il tutto il mondo  per il suo lavoro nella lotta contro l’inquinamento marino, innanzitutto  quello causato dalla plastica, ha un sogno: rimuovere, con la sua organizzazione The Ocean Cleanup, il 90% della plastica presente negli oceani entro il 2040. Un obiettivo velleitario o possibile? La cosa certa è che Boyan Slat ha iniziato la sua scommessa quando aveva soltanto 16 anni.

Boyan Slat ha solo 18 anni quando la sua vita cambia grazie a un’invenzione che potrebbe segnare una svolta nella storia dell’ambientalismo moderno: un macchinario per pulire gli oceani dalla plastica. Sono passati cinque anni da quando Slat ha presentato il suo progetto alle Tedx Conferenze e oggi la sua organizzazione, Ocean Cleanup, ha ben 75 dipendenti tra ingegneri, oceanografi e analisti, mentre l’invenzione del ragazzo olandese è stata inserita nel 2017 dal settimanale Time tra le invenzioni più importanti dell’anno.

Ocean cleanup

Gli inizi di questa straordinaria avventura risalgono alle prime immersioni di Slat nel mare delle Azzorre, dove ha visto più sacchetti di plastica che pesci. Così si è messo a lavoro e da buon ingegnere ha progettato una gigantesca barriera che sfrutta le correnti per intercettare oggetti e frammenti di plastica. Una volta terminata la fase di progettazione ha esposto la sua idea e ha chiesto dei finanziamenti, arrivati perfino da un gruppo di miliardari olandesi.

La soluzione escogitata da Boyan promette di rimuovere 7.250.000 tonnellate di spazzatura in plastica dagli oceani. Il dispositivo è costituito da una lunga rete collegata con alcune piattaforme galleggianti (ciascuna da uno a due chilometri di lunghezza) in modo da convogliare la plastica verso i punti di raccolta. Per realizzare questo progetto è stato necessario reclutare persone disponibili a collaborare: ingegneri, oceanografi, esperti di diritto della navigazione e altre discipline. Il tutto è stato possibile attraverso un progetto di crowdfunding (reperimento di fondi da parte di enti e persone privati). In questo modo è riuscito a raccogliere più di due milioni di dollari, soldi che gli hanno consentito di fondare un’organizzazione no-profit, The Ocean Cleanup, per l’appunto.

Come funziona

In particolare, il sistema di Slat sfrutta le correnti marine per convogliare la plastica all’interno del meccanismo. Nello stesso tempo i pesci non rimangono intrappolati tra le maglie della rete. Una volta che la plastica è arrivata all’interno del circuito viene ripulita da plancton e microorganismi e può essere riciclata.

Il sistema è stato sperimentato per circa due anni nelle acque che circondano l’isola di Tsushima, in Giappone, dove, a causa dei vortici d’acqua, ogni anno si depositano circa 30 mila metri cubi di rifiuti. Poi, attraverso una spedizione aerea, The Ocean Cleanup ha mappato gli oceani per comprendere la reale dimensione dell’inquinamento da plastica.

Il progetto di Boyan Slat sta facendo uno straordinario salto in avanti con un cambio di paradigma: non raccogliere più la plastica in mare, operazione complessa, faticosa e costosa, anche per effetto delle continue correnti, ma direttamente alla fonte, prima che arrivi nelle acque dell’oceano. Ovvero presso la foce dei fiumi. Il 90 per cento della plastica che troviamo a mare arriva proprio dai fiumi e le barriere di Ocean Cleanup servono a bloccare la plastica prima che arrivi nell’oceano. Sono state costruite in America, in Vietnam, Indonesia, Malesia e Guatemala. Con risultati molto promettenti.

Critiche al progetto

Alcuni esperti e ambientalisti hanno sollevato dubbi sul fatto che The Ocean Cleanup possa effettivamente ridurre in modo significativo la quantità di plastica negli oceani. Le preoccupazioni principali riguardano il numero, piuttosto esiguo, di plastica recuperata rispetto alle reali quantità e la possibilità di riciclare questo materiale in maniera efficiente.

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