Obama apre le porte della green economy all’Europa

Buone notizie per i produttori di biologico: il 15 febbraio Unione Europea e Stati Uniti hanno siglato uno storico accordo che prevede il riconoscimento dei prodotti biologici nei rispettivi territori, con un’enorme semplificazione per l’accesso ai due mercati, che attualmente rappresentano i maggiori  nel mondo. L’obiettivo è di costituire una solida base per la promozione […]

Buone notizie per i produttori di biologico: il 15 febbraio Unione Europea e Stati Uniti hanno siglato uno storico accordo che prevede il riconoscimento dei prodotti biologici nei rispettivi territori, con un’enorme semplificazione per l’accesso ai due mercati, che attualmente rappresentano i maggiori  nel mondo. L’obiettivo è di costituire una solida base per la promozione dell’agricoltura biologica e  favorire questo settore in espansione e la conseguente occupazione.

 Le lettere formali che istituiscono questo partenariato sono state firmate in occasione della BioFach World Organic Fair, la principale manifestazione commerciale per i prodotti biologici a livello mondiale, che si è appena conclusa a Norimberga. Dacian Ciolos, Commissario Europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, ha dichiarato che “questo accordo ha un duplice valore aggiunto. In primo luogo facilita l’accesso ai due mercati, degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, per gli agricoltori e i produttori di alimenti biologici e rafforza pertanto la competitività di questo settore. Inoltre, migliora la trasparenza riguardo alle norme di produzione biologica e rafforza la fiducia dei consumatori nonché il riconoscimento dei nostri prodotti e alimenti biologici. Questo partenariato, –  ha continuato Ciolos – costituisce un passo importante e porta a un nuovo livello di cooperazione le relazioni nel settore del commercio di prodotti agricoli tra l’UE e gli Stati Uniti”.

 Infatti, in precedenza, i coltivatori e le imprese che intendevano commercializzare la rispettiva produzione sulle due sponde dell’Atlantico dovevano ottenere certificazioni distinte attestanti il rispetto delle due normative, con un duplice onere a livello di spese, di ispezioni e di pratiche. Da giugno 2012 tutti i prodotti conformi alle disposizioni dell’accordo potranno invece essere commercializzati ed etichettati come biologici certificati, con un significativo risparmio che potrà portare benefici soprattutto alle piccole e medie imprese.  

La semplificazione della commercializzazione dei prodotti porterà anche conseguenze positive per l’occupazione. Questo aspetto è stato messo in evidenza dal Sottosegretario del Ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti, Kathleen Merrigan, secondo la quale “si tratta di un evento positivo per l’economia americana e per la strategia in materia di occupazione del presidente Obama ”.

Una strategia che, in realtà, non si ferma solo al biologico ma, in vista della competizione elettorale per la rielezione, comprende altri settori della nuova conversione green dell’economia, come quello del risparmio energetico e della riduzione dei consumi. Nel dicembre scorso Obama ha infatti lanciato un fondo da 4 miliardi di dollari nell’ambito della Better Energy Initiative, un programma nato con l’obiettivo di rendere gli edifici industriali e commerciali più efficienti del 20% entro il 2020 e accelerare gli investimenti del settore privato in efficienza energetica. Il ritorno economico previsto, in termini di risparmi sulla bolletta energetica, è di 40 miliardi all’anno, con la creazione di 114.000 posti di lavoro. 

Questa strategia è stata presentata, giovedì scorso, anche in Italia, presso Villa Taverna, la residenza romana dell’Ambasciatore americano David Thorne,  in occasione di una serata di presentazione degli interventi di efficienza energetica adottati.  “In tutto il mondo si sta spingendo verso la direzione del risparmio energetico,” ha spiegato l’Ambasciatore, “a Roma ci siamo chiesti come si potesse fare in questo bellissimo palazzo di 400 anni fa, e il fatto è che si può. E’ questo il messaggio che vogliamo dare. Siamo determinati a portare avanti il mandato del presidente Obama per ridurre le emissioni di gas serra negli edifici del governo americano.”

 L’installazione di luci LED, l’efficientamento delle finestre, i regolatori di flusso, i nuovi macchinari per la cucina e la lavanderia porteranno un risparmio previsto di 111.000 kWh all’anno, ovvero circa 22.000 Euro, corrispondenti al 48% della bolletta energetica della rappresentanza diplomatica in Italia. “Sebbene la mia residenza non possa essere considerata alla stregua di un normale appartamento – ha proseguito l’Ambasciatore – tuttavia dimostra come tutti noi possiamo avere degli impatti importanti, senza per questo abbassare la qualità della vita, grazie all’applicazione di tecnologie intelligenti nella nostra casa.” 

L’Ambasciata Americana a Roma ha iniziato la sua rivoluzione verde nell’ambito delle iniziative del Green League Plan delle ambasciate statunitensi, che si avvale del supporto della Alliance to Save Energy, un’organizzazione senza scopo di lucro nata nel 1977 con un sostegno bipartisan delle parti politiche. Bruce Oreck, Ambasciatore americano in Finlandia e presidente della Green League delle ambasciate ha infatti spiegato che la trasformazione a un sistema energetico più sostenibile ha bisogno di una leadership politica: “Obama ha una visione chiara sulla nuova relazione con il sistema energetico.” Una visione che poggia sulla promozione del risparmio energetico come strumento di sviluppo e occupazione. 

Altro pilastro per aumentare l’efficienza e la diminuzione delle emissioni di gas serra è la ricerca, su cui l’Ambasciatore lancia un invito: “Vorrei incoraggiare le imprese italiane e statunitensi a lavorare insieme per trovare nuove opportunità in questo settore e per costruire un futuro più sostenibile.” Un chiaro messaggio, per le aziende italiane, di come le opportunità della green economy e della trasformazione a un sistema energetico sostenibile possano diventare un volano per l’internazionalizzazione.

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