Non sprecare risorse. Sanità chi spreaca paga

Sono piu’ di venti anni che si mettono toppe ai buchi della sanita’. Le regioni del Sud, soprattutto, cumulano deficit di bilancio a inefficienze dei servizi. Il fenomeno dei viaggi della speranza, purtroppo non ancora giunto al capolinea, e’ figlio del combinato disposto di questi fattori. Lo stato e’ intervenuto decine di volte “a babbo […]

Sono piu’ di venti anni che si mettono toppe ai buchi della sanita’. Le regioni del Sud, soprattutto, cumulano deficit di bilancio a inefficienze dei servizi. Il fenomeno dei viaggi della speranza, purtroppo non ancora giunto al capolinea, e’ figlio del combinato disposto di questi fattori. Lo stato e’ intervenuto decine di volte “a babbo morto” per tentare di sanare un malato cronico. Ora siamo per l’ennesima volta a fare la conta dei deficit e a cercare rimedi. Lo stato ha giustamente chiuso il rubinetto dei trasferimenti automatici.

Le regioni dovranno fare da sole. La ricetta piu’ semplice e semplicistica e’ quella che fa capolino in questi giorni: dare la facolta’ di aumentare l’addizionale Irap. Le regioni responsabili degli sfasci trovino in casa le risorse. La logica e’ rigorosa e nessuno puo’ avanzare una critica. Pero’ c’e’ sempre quel tarlo dell’equita’. equo che i cittadini paghino tre volte (tasse, disservizio e addizionale) prima che siano state percorse tutte le strade possibili? Prima che siano tagliati sprechi e inefficienze che nella sanita’ sono ai livelli massimi? Certo, l’addizionale e’ la strada meno tortuosa. Ma non sempre la via piu’ semplice e’ la migliore.

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