Cosa succede quando la delicatezza del merletto si intreccia con il cemento dei muri cittadini? L’equilibrio tra arte urbana, tradizione artigianale e attivismo visivo prende forma nel lavoro di NeSpoon, artista polacca nota a livello internazionale per le sue opere che trasformano spazi pubblici in eleganti tele tridimensionali, ispirate all’estetica del pizzo.
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Nata a Varsavia, NeSpoon ha sviluppato un linguaggio personale e riconoscibile che unisce pittura murale, ceramica, installazioni effimere e arte tessile. Il filo conduttore? Il merletto – o, più precisamente, la simbologia del merletto, visto non solo come ornamento ma come archetipo visivo di ordine, armonia, comunità e memoria.
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NeSpoon definisce la sua pratica come una “ricerca dell’equilibrio”, dove ogni motivo ornamentale è scelto o ricreato per adattarsi allo spazio e al contesto. Non si tratta solo di decorazione: la sua arte intende valorizzare l’identità locale, richiamando le tradizioni artigianali del luogo e dando voce a storie spesso dimenticate.
Il suo processo è meticoloso: raccoglie motivi di pizzo da archivi, musei o direttamente dalle comunità locali, li rielabora digitalmente e li trasforma in grandi stencil, che poi applica su muri, pavimenti, facciate e oggetti urbani, usando vernici, ceramiche o fili tessili. Il risultato è sorprendente: strutture dure e grigie si trasformano in fragili trame sospese tra memoria e poesia.
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Pur affondando le radici in una tradizione spesso relegata all’universo domestico e femminile, NeSpoon riporta il merletto nello spazio pubblico, ribaltandone la percezione. Il suo lavoro non è solo estetico, ma anche politico e sociale: dare valore a una forma d’arte storicamente marginalizzata, riconoscere il lavoro manuale, dialogare con le comunità locali. Non a caso, molte delle sue opere sono partecipative, e coinvolgono donne del posto, artigiane, residenti, in un processo collettivo di creazione e condivisione.
Foto di copertina tratta dalla pagina instagram di NeSpoon
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