Marijuana, negli Usa si beve la Canna Cola

Chi l’ha ideata dichiara di non aver mai fatto uso di droghe, ma di essere certo che sarà un prodotto che conquisterà il mercato. Il prossimo febbraio in diverse farmacie del Colorado si potrà acquistare CannaCola, un soft drink che contiene tetraidrocannabinolo (Thc), il principale componente psicoattivo della marijuana. La bevanda è stata prodotta da […]

Chi l’ha ideata dichiara di non aver mai fatto uso di droghe, ma di essere certo che sarà un prodotto che conquisterà il mercato. Il prossimo febbraio in diverse farmacie del Colorado si potrà acquistare CannaCola, un soft drink che contiene tetraidrocannabinolo (Thc), il principale componente psicoattivo della marijuana. La bevanda è stata prodotta da Clay Butler, un imprenditore californiano che ha in mente di vendere almeno cinque diverse versione della bibita alla marijuana. La prossima primavera la sua invenzione dovrebbe sbarcare anche in California.

LE BIBITE – I cinque prodotti alla marijuana saranno commercializzati dall’azienda californiana Diavolo Brands di cui Butler è socio e si chiameranno Grape Ape (bevanda al sapore di uva), Orange Kush (sapore all’arancia); Sour Diesel (al sapore di limone), Doc Weed (bevanda al sapor di ciliegia simile alla famosa Dr. Pepper) e infine la CannaCola, che sarà la bibita ammiraglia. Le bevande saranno vendute da quelle farmacie che già offrono marijuana terapeutica ai propri clienti (in Colorado, California e Montana è legale) e potrà essere acquistata solo dalle persone in possesso di ricetta medica. Bevande alla marijuana già esistono nel mondo, ma l’imprenditore californiano vuole trasformare il prodotto in una bibita di successo internazionale. Proprio per questo, come si legge sul sito ufficiale del prodotto, esiste già uno slogan a effetto per promuovere la bevanda: «CannaCola — Just Say Yes» (CannaCola – basta dire sì).

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PREZZO E LIVELLO DI THC – Butler conferma al quotidiano Santa Cruz Sentinel che la bottiglietta di 33 cl costerà tra i 10 e i 15 dollari: «Non mi drogo e non l’ho mai fatto», confessa l’imprenditore. «Ho bevuto solo due birre nella mia vita e ancoro ricordo gli effetti. Tuttavia sono fermamente convinto che gli adulti hanno l’inalienabile diritto di pensare, mangiare, fumare, bere, ingerire, decorare, indossare qualsiasi cosa desiderino». Dello stesso avviso il socio di Butler, Scott Riddell, fondatore della Diavolo Brands, che rivela come la bevanda contenga tra i 35 e i 65 milligrammi di Thc, livello molto più basso rispetto a quello presente in altri soft drink alla marijuana presenti sul mercato internazionale: «Il nostro prodotto ha un gusto delicato alla marijuana. I nostri concorrenti invece usano una percentuale di Thc tre volte superiore rendendo il prodotto davvero disgustoso». A preoccupare Riddell non sono i concorrenti, bensì la Brownie Law, un progetto di legge in discussione al Congresso Usa che prevede pene molto più severe per chi realizza prodotti che uniscono la marijuana ad alimenti e bevande zuccherate. Il progetto, promosso dalla senatrice Dianne Feinstein, è stato approvato al Senato la scorsa estate ed è adesso in esame alla Camera dei rappresentanti: «Questa legge», conclude Riddell, «è una minaccia per tutti gli alimenti che contengono Thc».

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