L’Italia quanto crede all’auto elettrica?

Il nostro paese non sembra essere convinto che l’auto elettrica possa essere il futuro della mobilità sostenibile: a dircelo sono i numeri messi in luce dall’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea). Come racconta Valerio Gualerzi in un articolo su Repubblica.it, il dossier "EV CityCasebook" 1realizzato dalla Iea per fare il punto sulle città che […]

Il nostro paese non sembra essere convinto che l’auto elettrica possa essere il futuro della mobilità sostenibile: a dircelo sono i numeri messi in luce dall’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea). Come racconta Valerio Gualerzi in un articolo su Repubblica.it, il dossier "EV CityCasebook" 1realizzato dalla Iea per fare il punto sulle città che si stanno attrezzando meglio per accogliere i veicoli a batteria non cita mai l’Italia. In questa corsa verso la sostenibilità non c’è traccia del nostro Paese tra le posizioni di testa."Anche se una varietà di veicoli alimentati con carburanti e tecnologie pulite si vanno sviluppando, le auto elettriche rappresentano uno dei percorsi tecnologici più promettenti per tagliare i consumi di petrolio e le emissioni di CO2 per ogni chilometro percorso. Con una rete elettrica moderatamente pulita, i veicoli elettrici possono raggiungere i 50 grammi di CO2 emessa per ogni chilometro percorso, un valore di gran lunga inferiore ai 100-150 emessi dagli attuali modelli di auto più efficienti e anche dei circa 90 grammi di CO2 emessi dalle ibride".

 
I PRIMI DELLA CLASSE. Gli esempi di città virtuose portate ad esempio dalla Iea sono 16 e spaziano dall’Asia all’America, soffermandosi soprattutto sull’Europa: Amsterdam, Barcellona, Berlino, BrabantStadt, Goto Island-Nagasaki, Amburgo, Helsinki, la Prefettura di Kanagawa, Los Angeles, New York, North East England, Portland, l’area del Research Triangle, Rotterdam, Shanghai e Stoccolma. Tutti centri, spiega il rapporto, che hanno in comune "il forte impegno a sostegno di iniziative che hanno l’obiettivo di accelerare l’adozione dei veicoli elettrici", ma che hanno scelto strade e soluzioni diverse. C’è chi punta sulla costruzione di infrastrutture per la ricarica e chi ha pensato a incentivi e sconti fiscali per l’acquisto. Chi dà il buon esempio con una riconversione massiccia del parco auto municipale e chi offre riduzioni sulla bolletta elettrica a chi opta per un’auto a batteria. Tra le città più audaci c’è senz’altro Amsterdam che nel giro di appena tre anni conta di avere in circolazione 10mila auto elettriche su quasi 250mila. Tappa di passaggio verso l’obiettivo di avere in strada entro il 2040 esclusivamente auto elettriche alimentate da fonti rinnovabili. Un risultato che l’amministrazione conta di raggiungere grazie a un pacchetto fiscale rivolto alla difussione dei veicoli ricaricabili. 
 
I TIMIDI PASSI DEL BELPAESE. Il "EV CityCasebook" snocciola quindi le iniziative e gli obiettivi messi in campo città per città. Una lunga lista di programmi dai quali brilla come detto la totale assenza dell’Italia. Da noi per il momento bisogna accontentarsi dei primi passi mossi a Firenze, dove la scorsa settimana il sindaco Matteo Renzi ha rilanciato il protocollo con la Renault 2 per la diffusione dell’auto elettrica firmato sette mesi fa. Oltre alle 100 colonnine già presenti si punta ad altri 200 punti di ricarica per fare del capoluogo toscano la città con più infrastrutture in Italia. Il parco di auto elettriche fiorentino è però ancora inchiodato a quota 24 vetture date in dotazione dall’azienda francese a una serie di imprese locali. Valori ancora lontanissimi dai risultati di Amsterdam, così come da quelli della pur ricca di petrolio Norvegia dove negli ultimi sei mesi i veicoli elettrici hanno raggiunto una quota di mercato del 2%, con oltre 1.000 auto vendute.
Torna in alto