E’ consultabile on-line il rapporto dalla Wind Cooperative Agreement. Oltre 160 pagine per affrontare obiettivi e trend di crescita ma anche costi dei progetti e delle macchine, programmi d’incentivazione e risultati delle attività di ricerca e sviluppo
Pubblicato oggi il IEA Wind Energy 2009 Annual Report, l’analisi annuale dei trend energetici da fonte eolica per Paesi membri dell’Agenzia Internazionale dell’Energia. Centosessantotto pagine e trenta capitoli dedicati all’aggiornamento dei dati sulla capacità installata, ai singoli progressi nel raggiungimento degli obiettivi previsti, ai benefici economici e a tutti quegli aspetti che influiscono sullo sviluppo di un settore che, gioco di parole permettendo, sembra davvero avere il vento in poppa.
Il quadro dipinto per lo scorso anno riporta un incremento di oltre il 32% nella capacità di generazione a livello globale arrivando ad una produzione sufficiente a coprire interamente il consumo totale di elettricità di Australia e Irlanda messe insieme; un dato che diventa ancor più significativo se analizzato alla luce dei soli Paesi aderenti all’Agenzia che, a conti fatti, rappresentano oggi il 70% della potenza elettrica istallata nel mondo da fonte eolica. Nel dettaglio, nei Paesi partecipanti alla Wind Cooperative Agreement della IEA si è passati dal 1,6 nel 2007 al 2,5% del 2009. Il merito è dell’aggiunta di oltre 20 GW che, per i venti membri, portano il totale di eolico istallato a 111 GW.
Cinque Paesi conducono effettivamente il gioco avendo nell’anno passato contribuito alla crescita globale con l’aggiunta di oltre un Gigawatt: Stati Uniti (10 GW), Spagna (2,5 GW), Germania (1,9 GW), Italia (1,1 GW) e Regno Unito (1,1 GW). E proprio in merito al Bel Paese – il capitolo è stato redatto da ENEA e RSE membri entrambi del Comitato Esecutivo IEA Wind – il report riferisce una situazione costituita da:
• 4.850 MW di potenza istallata, corrispondenti a 6,5 TWh, ossia il 2,1% della domanda totale di energia elettrica.
• Una nuova capacità istallata di 1,114 MW.
• Una forza occupazionale in crescita con 18.000 posti di lavoro, di cui 5.000 diretti, ovvero nell’industria eolica propriamente detta e 13.000 nell’indotto.
Nessuna novità a proposito delle regioni che conducono questo sviluppo; anche il Report, infatti, conferma in cima alla classifica i Mezzogiorno, con gli ottimi risultati di Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania, Calabria.