Le regioni? Chiuse per ferie

di Primo Di Nicola   A chi spetta il record delle vacanze più lunghe d’Italia? Dopo studenti, maestri e poche altre fortunate categorie, sicuramente ai consiglieri regionali. Alla faccia delle polemiche sui privilegi dei politici che hanno imperversato per tutta l’estate, i consiglieri si sono concesse ferie così lunghe da battere persino deputati e senatori, […]

di Primo Di Nicola

 

A chi spetta il record delle vacanze più lunghe d’Italia? Dopo studenti, maestri e poche altre fortunate categorie, sicuramente ai consiglieri regionali. Alla faccia delle polemiche sui privilegi dei politici che hanno imperversato per tutta l’estate, i consiglieri si sono concesse ferie così lunghe da battere persino deputati e senatori, tradizionalmente indicati come i "fannulloni" della Casta. Provare per credere. L’assemblea di Palazzo Madama ha chiuso i battenti il 3 agosto e li ha riaperti il 5 settembre: in tutto, 32 giorni di vacanza (con l’eccezione dei senatori della commissione Bilancio rientrati in anticipo per esaminare la manovra). Alla Camera i deputati si sono salutati anch’essi il 3 agosto per rivedersi il 6 settembre. E fanno 33 giorni di ferie. Vacanze di tutto riguardo, considerando che con la crisi pochi possono permettersele così lunghe. Eppure il trattamento che si sono riservato i parlamentari impallidisce davanti alle performance degli eletti nelle Regioni. In Trentino Alto Adige, i consiglieri a statuto speciale primatisti in materia si sono concessi 76 giorni di ferie, dal 6 luglio al 20 settembre; in Friuli Venezia Giulia non sono stati da meno: 62 giorni, per due mesi esatti di vacanza, dal 27 luglio al 27 settembre; staccati, ma felicemente terzi in graduatoria i consiglieri della Basilicata, che di giorni di ferie se ne sono concessi 56 spremendo sino in fondo le delizie della bella stagione: si rivedranno infatti il 20 settembre, proprio al finire dell’estate.

Una pacchia, insomma, e al diavolo le insidie della manovra. Il governo taglia le risorse delle Regioni mettendo a rischio i servizi essenziali? Si accomodi pure, i consiglieri hanno altro a cui pensare. Come quelli della Val d’Aosta, in vacanza dal 29 luglio al 21 settembre, cioè la bellezza di 55 giorni; o come gli eletti dell’Emilia Romagna, che di giornate di ferie se ne sono assegnate 51, della Toscana, delle Marche e della Calabria, attestati invece a 49, un solo giorno in più degli abruzzesi forti e gentili che si sono messi in panciolle per 48 giorni. Insomma, davvero niente male, considerando che lo stipendio corre lo stesso. E che stipendio, visto che, conteggiando indennità e rimborsi vari, i consiglieri si portano a casa in alcuni casi anche più di 10 mila euro netti al mese. Sarà per questo che in Abruzzo si sono messi la mano sulla coscienza. Magari pungolati anche dai problemi del post terremoto (gli sfollati a L’Aquila sono ancora circa 30 mila). Sta di fatto che, di fronte alle critiche feroci per la scandalosa lunghezza delle ferie, il presidente dell’assemblea regionale Nazario Pagano (Pdl), con la scusa di un fumoso piano per il Sud da discutere, ha convocato il Consiglio addirittura per il giorno di Ferragosto. Con il risultato di indisporre ancor di più l’opposizione che, attraverso il consigliere Giuseppe Di Pangrazio, ha presentato un’interrogazione per conoscere i costi aggiuntivi per le casse pubbliche provocati dalla convocazione della seduta in un giorno festivo.

E non sono casi isolati. Anche le altre regioni brillano per la tendenza agli ozi estivi prolungati. A cominciare dall’operoso Veneto, dove i consiglieri si sono concessi 47 giorni; dal Piemonte, dove di giornate di ferie se ne sono fatte 46 e dalla Lombardia, dove i giorni di riposo sono stati 44. Con una spiccata corsa al presenzialismo pur di tamponare le accuse di essere fannulloni. Come è accaduto nel feudo lombardo del governatore Roberto Formigoni (secondo l’opposizione il più assenteista alla Regione), dove qualche irriducibile come Aldo Reschigna (Pd) ha cercato di presidiare il territorio anche ad agosto (il 24 era a Stresa per il fondamentale corso di Felicità e cultura dell’anima), imitato in Piemonte dal pidiellino Giampiero Leo, che ha inaugurato l’imperdibile congresso di Esperanto a Villa Gualino, e dal collega Mino Tarrico (Pd) scomodatosi per benedire la 57esima Sagra della Nocciola di Cortemilia.

Ma anche queste spinte all’attivismo riparatore sono servite a poco. La protesta contro i privilegi e gli agi dei politici è montata lo stesso. Come nel caso delle 10 mila firme raccolte dai quotidiani "Alto Adige" e "Trentino" per la riduzione delle indennità dei consiglieri vacanzieri, non solo di quelli regionali ma anche di quelli delle province autonome di Bolzano (61 giorni di ferie) e Trento (per loro addirittura 68). Una iniziativa che ha costretto i presidenti delle tre assemblee a incontrarsi per mettere in calendario i rituali tagli ai costi della politica. Arriveranno mai? Non si sa, nel frattempo i cittadini apprezzerebbero tanto se i loro consiglieri cominciassero a lavorare di più. Magari tagliandosi le ferie per evitare le pause regali che si sono concessi anche in Umbria (43 giorni), Sicilia (41) e Liguria (39). Per non parlare di Puglia, Campania e Lazio (i molisani si sono riuniti anche d’agosto, ma ad ottobre avranno le elezioni), dove i consiglieri sono andati in ferie rispettivamente il 27 luglio, il 4 e il 6 agosto. Ebbene, sino a qualche giorno fa, costoro erano ancora così presi dalle loro lunghe vacanze da non aver trovato neanche il tempo per fissare la data della loro prossima riunione.

 

 

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