La cultura in rovina e gli sprechi della casta

L’Italia, il Paese con più siti Unesco «patrimonio dell’umanità», sta distruggendo la sua unica ricchezza: l’arte e il paesaggio. Al danno culturale va sommato quello economico. Eravamo i primi al mondo nel turismo, siamo scivolati al 28posto. La politica? Troppo concentrata sui suoi privilegi per potersene occupare. Un quadro desolante raccontato in «Vandali» (Rizzoli, 18 […]

L’Italia, il Paese con più siti Unesco «patrimonio dell’umanità», sta distruggendo la sua unica ricchezza: l’arte e il paesaggio. Al danno culturale va sommato quello economico. Eravamo i primi al mondo nel turismo, siamo scivolati al 28posto. La politica? Troppo concentrata sui suoi privilegi per potersene occupare. Un quadro desolante raccontato in «Vandali» (Rizzoli, 18 e), l’ultimo libro degli inviati del «Corriere» Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. Pubblichiamo qui uno stralcio dell’ultimo capitolo.

«Non ci sta ‘o tempio greco antico? E noi lo facciamo nuovo nuovo!». La luminosa idea folgora il consiglio comunale di Albanella, un comune salernitano nell’entroterra di Paestum il 28 novembre 2005. Detto fatto, votano una delibera ufficiale. Certo, in contrada San Nicola c’è un tempio vero, dedicato a Demetra, dea delle messi, del IV secolo a.C., mai portato alla luce nonostante gli archeologi chiedano da tempo immemorabile un po’ di fondi per gli scavi. Ma dite voi: perché tenersi dei vecchi ruderi marci se si può fare una bella cosa antica su misura?

Varano così, per sfruttare un po’ di finanziamenti Fas (Fondo aree sottoutilizzate), il progetto di «un parco urbano a tema denominato "Megale Hellas"» che, ricorda il giornale «Positano News», «prevede una spesa di 1.444.444,44 euro e dovrebbe inserirsi all’interno di un circuito turistico che consenta di "coptare" i turisti che annualmente si recano in visita al Museo archeologico della città di Paestum. Il progetto prevede la realizzazione di un anfiteatro sulla cui sommità sorgerebbe una riproduzione di un tempio realizzato in calcestruzzo armato rivestito in travertino». (…)

Macché: nonostante gli appoggi in consiglio regionale, il grande sogno del tempio dorico in calcestruzzo viene travolto dalle polemiche, dagli strilli di indignazione degli archeologi e dalle avvisaglie di un’inchiesta della Corte dei conti. Peccato. Perché sarebbe stato la metafora perfetta di come la cattiva politica, mentre dieci, cento, mille templi di Demetra sono abbandonati all’incuria e ai tombaroli, se ne sta chiusa nel tempio dei propri privilegi.

Quanto costano ad esempio i voliblu dei ministri, dei sottosegretari e di chi ricopre alte cariche istituzionali? A Londra vi basterebbe andare sul sito web di Downing Street: ci sono uno per uno tutti i viaggi all’estero fatti dai membri del governo che abbiano comportato per l’erario una spesa superiore alle 500 sterline. Dal 1997 a oggi. Vi si spiega se il ministro ha viaggiato in treno, con volo di linea, con un aereo del 32° squadrone della Raf o altro apparecchio a disposizione. Perché viaggiava. Chi c’era a bordo. (…)

Qui no. Zero su Internet, zero sui documenti ufficiali, zero sui bilanci a disposizione dei cittadini. «Fate una richiesta ufficiale». L’abbiamo fatta. Tempestando di lettere la presidenza del Consiglio. Cocciuti. Tutti i giorni. Lunedì, martedì, mercoledì… Per settimane.(…) Un muro inespugnabile. Finché, miracolo miracoloso, dopo due mesi, a gennaio 2011, è arrivata una risposta. Da incorniciare. Vi «si fa presente che le informazioni relative ai costi sostenuti dalla Cai», cioè quelle più importanti perché riguardano i servizi segreti, «sono coperte da vincolo di riservatezza, che involge l’intera attività della compagnia area». E che «per quanto concerne, invece, i dati ostensibili, si è in attesa delle risultanze che saranno fornite dall’Aeronautica militare, cui è stata inoltrata richiesta in tal senso». Quindi? Amen. (…)

Eppure, perfino le scarne informazioni concesse aiutano a capire. (…) Dall’insediamento del Cavaliere l’8 maggio 2008 al 31 dicembre gli aereiblu volano 3.294 ore: 411 al mese. Nel 2009, 5.931 ore: 494 al mese. Nei primi dieci mesi del 2010, 5.076 ore: 507 al mese. Confrontiamo su dati omogenei il 2005 dei record e il 2009? Nel 2005 c’erano al governo 98 persone, nel 2009 mediamente 61. Conclusione: nell’anno del primato costato complessivamente 65 milioni di euro, gli aerei del 31° stormo volarono 78 ore e 50 minuti l’anno per ogni membro del governo, nel 2009 per 97 ore e 15 minuti. Un aumento del 23,3%. Alla faccia di tutti i bla bla sui costi della politica e le promesse di tagli. (…) E i voliblu coi «servizi»? Segreti. I costi totali? Segretissimi. (…)

È questa sproporzione tra il Palazzo e tutto il resto che stordisce. (…) Ricordate la storia dello psichiatra Luigi Cancrini? Eletto deputato coi Comunisti italiani, sosteneva che gli spettasse oltre allo stipendio della Camera anche il vitalizio della Regione Lazio maturato dopo esser stato consigliere regionale per tre legislature. Era così sicuro di averne diritto da fare ricorso al tribunale civile di Roma. Scoppiò un putiferio. E prese le distanze anche il governatore Piero Marrazzo: «I costi della politica sono già così alti che se riuscissimo a ridurne qualcuno faremmo cosa buona e giusta».

Sagge parole. In seguito allo scandalo che lo costrinse a dimettersi è arrivato però anche il suo turno. E allora non c’è stato più «costo della politica» che tenesse. Anzi, gli è sembrata cosa buona e giusta, archiviata l’avventura politica dopo appena quattro anni e mezzo da governatore e incamerata la liquidazione (31.103 euro per un solo mandato quinquennale) passare all’incasso anche per il vitalizio. Possibile? E da quando? Alla domanda di Giuseppe Rossodivita, il capogruppo radicale in Regione deciso a vederci chiaro, è stato risposto: dal 12 maggio 2010. Quando l’ex presidente, nato il 29 luglio 1958, aveva 51 anni. Quattordici in meno di quelli richiesti per andare in pensione agli italiani. (…)

Non basta: grazie al fatto che quella prebenda mensile è un vitalizio e non una pensione, distinzione che fa salire il sangue alla testa ai lavoratori normali quale che sia il loro reddito, Marrazzo potrà liberamente cumulare i soldi con lo stipendio di giornalista della Rai (discreto se è vero che giurava di rimetterci, a fare il presidente regionale) dove nel frattempo è rientrato.

Anno dopo anno, gonfia gonfia, la bolla dei vitalizi è diventata un problema abnorme: l’ente presieduto oggi da Renata Polverini ha speso nel 2010, per 179 vitalizi e 38 trattamenti di reversibilità, qualcosa come 16 milioni di euro. (…) Ancora più sconcertante è lo squilibrio tra i contributi che entrano dai consiglieri regionali in carica e quelli che escono per garantire una serena vecchiaia (vecchiaia si fa per dire, visti gli arzilli cinquantenni…) ai pensionati. Entrate: meno di 1,7 milioni. Uscite: 16. Quasi dieci volte di più. (…) Eppure alla Camera va perfino peggio: per ogni euro che entra ne escono 12. E al Senato peggio ancora che alla Camera: uno entra, 13 escono. Una vera catastrofe finanziaria: per i vitalizi degli ex onorevoli nel solo 2010 abbiamo speso 219 milioni. Molto più di quanto incassano in due anni tutti i nostri musei e siti archeologici messi insieme. (…)

Non hanno dubbi, i nostri, sulla sacralità intoccabile dei loro privilegi. Lo conferma ciò che successe quando, nel dicembre del 2010, i deputati dell’Api Bruno Tabacci e Marco Calgaro proposero di reinserire nella riforma dell’Università un emendamento per dirottare 20 milioni l’anno dei rimborsi elettorali ai ricercatori, emendamento fatto passare miracolosamente al Senato da Francesco Rutelli in un momento di distrazione collettiva, ma prontamente abolito alla Camera. Venti milioni? Un quindicesimo del rimborso annuale? Mai! E la proposta, nonostante fossero giorni in cui destra e sinistra non si sarebbero accordate manco sull’uso o meno dell’ombrello in caso di diluvio, venne stracciata con il concorso di 45 deputati dell’opposizione. In linea con la tesi dello storico «tesoriere» della sinistra Ugo Sposetti. Che aveva liquidato l’idea come «indecente». (…)

Nessuno stupore. Su quello scoglio si era già schiantato pochi mesi prima Giulio Tremonti. Il quale, proponendo un taglio dei rimborsi ai partiti del 50% si era via via dovuto rassegnare a tagliare il 30%. Poi il 20%. Poi il 10%… E non subito. Ma a partire dal 2013 (future «politiche») oppure dal 2014 (future «europee») o addirittura dal 2015, prima scadenza delle «regionali». Indecoroso. Tanto più che la stessa manovra contemporaneamente prevedeva di tagliare del 5% o del 10% gli stipendi pubblici più alti a partire da subito: dal 1° gennaio 2011.

Un momento: non tutti gli stipendi pubblici. Non quelli, ad esempio, dei collaboratori più stretti del governo a Palazzo Chigi. Lo dice lo stesso bilancio ufficiale. Spiegando che il taglio tremontiano valido per tutti gli altri italiani «ha sollevato alcuni dubbi di natura interpretativa con specifico riferimento ai destinatari». Quindi? Quindi, in attesa di capire bene, tagli congelati. Anzi, il capitolo di spesa per i compensi del segretario generale e i suoi facenti funzioni dovrebbe crescere nel 2011 da 430.000 a 520.000 euro. Come pure la voce che riguarda lo stipendio di Berlusconi, dei ministri senza portafoglio e dei sottosegretari alla presidenza: da 1,6 a 2,1 milioni. Cinquecentomila euro in più. Un aumento venti volte superiore all’inflazione.

E non è l’unica impennata. Nel preventivo 2009 le spese di rappresentanza erano fissate in 200.000 euro. Sono quadruplicate: 800.000. Quelle per i convegni, i congressi, le visite ufficiali del premier erano stabilite in 900.000 euro: hanno passato di slancio i 6 milioni, più quasi 4 non previsti per «spese relative a eventi istituzionali anche di rilevanza internazionale». Totale: una decina. Oltre il decuplo. Come di dieci volte sono aumentate le spese legali e le parcelle degli avvocati: un milione nelle previsioni, 10.651.000 euro nel consuntivo. Com’è possibile sbagliarsi di dieci volte? (…)

Ed è giusto che i palazzi del Palazzo, a dispetto di tutte le promesse di sobrietà, continuino ad aumentare? Erano 15, nel 2007, gli edifici occupati dalla presidenza del Consiglio e dai suoi «allegati». E sembravano già un’esagerazione. Macché: nel 2009 il patrimonio immobiliare si è arricchito di un nuovo stabile in via dei Laterani 36, un altro preso in affitto in via della Vite e un terzo ancora in via dell’Umiltà. Operazioni che hanno fatto lievitare nel 2011 da 10 a 13,7 milioni l’esborso per affitti. Un salasso aggravato da altri 8 milioni abbondanti spesi per «la ristrutturazione del padiglione centrale» di un palazzo in via della Mercede comprato in precedenza insieme con un altro stabile ancora sullo stesso marciapiede, ma separati da una stradina. Una seccatura: come passare dall’uno all’altro quando piove, senza bagnarsi o essere costretti ad aprire l’ombrello? Si farà un «collegamento ipogeo». Cioè un tunnel sotterraneo. Costo previsto: 250.000 euro al metro. Per un totale di 2 milioni e mezzo. Uno in più dei fondi per gli «interventi per il restauro e la sicurezza della Domus Aurea e dell’area archeologica centrale di Roma»…

Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella

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