Il social shopping conquista il web metà prezzo se acquisti in gruppo

Angelo Aquaro NEW YORK – Un negozio virtuale che sta per battere il record di un miliardo di dollari di vendite nel minor tempo possibile, gli incassi passati in un anno da 33 a 760 milioni, un segmento di mercato cresciuto del 200% in 12 mesi. Il suo nome è Groupon. Ma la potenzialità del […]

Angelo Aquaro

NEW YORK – Un negozio virtuale che sta per battere il record di un miliardo di dollari di vendite nel minor tempo possibile, gli incassi passati in un anno da 33 a 760 milioni, un segmento di mercato cresciuto del 200% in 12 mesi. Il suo nome è Groupon. Ma la potenzialità del marchio, che riassume il concetto di "coupon di gruppo", può essere meglio illustrata dall´ultimo slogan che infiamma il web: social shopping. Sì, Groupon è il nuovo Facebook, l´ennesima e fortunata applicazione del modello community. Solo che invece di mettere in contatto gli amici vicini e lontani fa dialogare chi compra e chi vende. Come? Ogni giorno il sito propone un´offerta: una settimana in una beauty farm, un menu completo al ristorante, un corso di lingua, una poltrona in prima fila alla filarmonica. L´offerta è scontatissima, il servizio è offerto almeno alla metà del prezzo: ma perché l´affare si possa fare, perché scatti il "tip", come si dice nel gergo, ci devono essere almeno un tot di sottoscrittori dello stesso coupon di gruppo. Il consumatore ci guadagna nel risparmio, il venditore nello smercio di un grande quantitativo senza più ricorrere alla piccola pubblicità (un mercato, adesso in pericolo, da 100 miliardi di dollari solo negli Usa). E Groupon ci guadagna su tutto: perché incassa la metà della cifra destinata al venditore e allarga a dismisura il database dei suoi clienti, che servirà a confezionare ulteriori offerte. Un´idea semplice, anzi «quasi stupida», dice a Time, Andrew Mason, l´inventore trentenne di questo successo, l´ex musicista di Chicago che ora svetta su un impero che sta per sbarcare in Borsa, il manager che ha assunto l´attore in tutù e ha comprato a tutti gli impiegati i palloni blu per fare la ginnastica davanti alle scrivanie. «L´epoca dell´ufficio in cui entri alle 9 ed esci alle 5 è finita, uccide la creatività», sostiene. Nutrendo così tanta fiducia nella sua da aver rispedito al mittente, qualche mese fa, l´offerta di Google. Il gigante del web era pronto a staccare, da solo, un coupon da 6 miliardi di dollari per portarsi la ditta a Mountain View: il doppio della cifra finora spesa nell´acquisizione più costosa. Il signor Groupon non c´è stato e la storia gli sta dando ragione: quell´idea stupida, cento giorni dopo, vale già 15 miliardi di dollari. I ragazzacci di Google, la cui baracca vale 12 volte tanto, gliel´hanno giurata e stanno adesso pianificando il lancio di Google Offers. Ma la sfida del social shopping è appena cominciata. Il successo di Groupon ha ispirato un´orda di ammiratori, tra cui quella LivingSocial in cui il papà del commercio elettronico, Jeff Bezos di Amazon, ha investito 175 milioni di dollari. Ma c´è spazio per tutti? Groupon è presente in mezzo migliaio di città e 35 Paesi, tra cui l´Italia. E adesso pensa di tuffarsi sul più grande mercato del mondo, quello cinese, un colosso da 450 milioni di navigatori e destinato a costituire nel giro di tre anni il 42% della popolazione di Internet. Ma quel creativo di Mason punta già alla fase due, ribattezzata appunto Groupon 2.0. La sua invenzione funziona nel mercato locale, mettendo in comunicazione domanda e offerta. Adesso, grazie anche alle applicazioni per iPhone e Android, l´obiettivo diventa il mercato "iperlocale". Conoscere i gusti di decine di milioni di sottoscrittori – il vero tesoro della compagnia – vuol dire proporre offerte iperpersonalizzate: magari costruite per quel particolare gruppo di amici. Vi piace la cucina giapponese? Questo è un sushi che non potrete rifiutare… D´altronde il gene glocal, quella dell´impresa globale declinata localmente, è nel dna dell´azienda. Il primo coupon di gruppo, ottobre 2008, fu staccato da una ventina di cittadini di Chicago che si papparono due pizze al prezzo di una. Ma la pizzeria in realtà era il Motel Bar: al primo piano del palazzo che ospitava quel Groupon di giocherelloni.

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