Solo con le riserve di petrolio esistenti si potrà andare avanti ancora almeno 130 anni, senza contare quelle da scoprire. Lo afferma Aldo Vesnaver, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (Ogs) di Trieste, secondo cui i frequenti allarmi sull’esaurimento dell’oro nero sono dovuti soprattutto alla speculazione.
"Già due o tre anni fa, prima della crisi, le riserve stimate erano di 130 anni – spiega l’esperto, che passa sei mesi l’anno in Arabia Saudita a insegnare le tecniche di estrazione ai ricercatori arabi – ora che i consumi sono calati il petrolio potrebbe durare ancora più a lungo. Il problema è che per ogni barile di petrolio estratto ce ne sono 20 che passano di mano sulla carta, e gli speculatori ovviamente hanno dei vantaggi nel far passare il messaggio che il petrolio stia per finire".
Vesnaver è l’organizzatore del workshop "Verso una completa integrazione: dalle geoscienze alla simulazione delle riserve sotterranee". Un appuntamento che vede riuniti nel capoluogo giuliano i principali esperti mondiali per parlare delle tecniche per individuare i giacimenti di petrolio e del modo migliore per estrarlo; ma anche del confinamento sotterraneo di anidride carbonica e dei gas idrati, potenziale risorsa per il futuro.
In particolare il ricercatore presenterà una tecnica da lui sviluppata per ‘auscultare’ i movimenti dei giacimenti sotterranei grazie ai microterremoti.