Ogni giorno, solo nei principali Paesi europei, vengono spedite 3,6 miliardi di email: messaggi di lavoro, di amore, di amicizia, commerciali, promozionali, newsletter che riempiono le caselle elettroniche, con una media di 25 messaggi quotidiani a testa (in Italia 23, in Francia 30).
INDIRIZZI – Ogni utente ha mediamente 2,3 caselle di posta (con un 20 per cento che ne utilizza ben tre e un 32% che ne usa solo una) alle quali accede dal pc (76 per cento dei casi), dal portatile (56%) o dallo smartphone (15%). I motivi principali della pluralità di indirizzi sono da attribuire alla necessità di dividere le comunicazioni lavorative da quelle private e al desiderio di privacy (soprattutto in Germania è molto diffusa la pratica di creare caselle che non contengono il proprio nome). È molto più in voga la webmail (scelta dal 51 per cento delle persone), mentre l’utilizzo di specifici programmi di posta elettronica (come Outlook) sta tramontando (in un anno è calato dal 21 al 14%) e tra i domini email internazionali il più forte è Hotmail, seguito a pari merito da Yahoo! e da Gmail (in Italia dietro Hotmail troviamo i due domini locali Libero e Alice/Virgilio).
L’ANALISI – Questo e molto altro è emerso dall’annuale Consumer Report di ContactLab (società specializzata nel direct marketing digitale), un’indagine inedita sui comportamenti degli utenti nell’utilizzo di email e newsletter che ContactLab promuove dal 2008. Lo studio ha coinvolto 4.800 persone (italiani, spagnoli, francesi, inglesi e tedeschi) rappresentative dei 143,5 milioni di utenti internet stimati in questi Paesi, e traccia alcuni trend interessanti sulle modalità d’uso della posta elettronica, disegnando il ritratto di un utente europeo informato, attivo e sempre più abile a difendersi dallo spamming e dalle insidie del web.
ALTRI DATI – Quasi quarant’anni dopo la prima email della storia, spedita dall’ingegnere della rete Arpanet, Ray Tomlinson, la posta elettronica è profondamente cambiata, diventando strumento essenziale e frequente delle comunicazioni professionali e private delle persone, ormai abituate ad accedervi con disinvoltura da parecchi device, telefonino compreso. Il passaggio dal 4 per cento dell’anno precedente al 15% attuale degli utenti che controllano la posta dallo smartphone è uno dei dati più interessanti della ricerca, evidenziando una mobilità della email che ha un forte impatto sociale. In Italia, Paese dove la penetrazione del cellulare è altissima, la percentuale di individui che utilizzano la mobile email è del 18 per cento e in Gran Bretagna del 21%, con una prevalenza dell’iPhone sul Blackberry per quanto riguarda le marche (ma in Italia per esempio i due brand sono pari). Rilevante è anche il rapporto sempre più stretto tra email private e di lavoro, evidenziato da un 50 per cento degli intervistati che dichiara di ricevere sull’account professionale anche comunicazioni private (in Italia la percentuale è del 27% e in Gran Bretagna del 65%) essenzialmente per questioni di comodità.
SPAMMING E NEWSLETTER – Inoltre dal Consumer Report emerge una crescita interessante della newsletter come strumento di informazione e approfondimento: ogni utente europeo è iscritto mediamente a sette newsletter (gli italiani a 7,5) e il 27 per cento delle persone coinvolte nello studio dichiara di aver condiviso i contenuti di una newsletter su un social network. Infine la percezione generale degli intervistati denuncia una crescita delle cosiddette junk mail (e-mail spazzatura): il 54% del campione infatti sostiene di aver avvertito un aumento dello spam negli ultimi anni, ma è altrettanto interessante notare che l’anno precedente la stessa risposta era stata data dal 63% degli intervistati.