Il Papa ai giovani: c’è un’emergenza educativa

I cristiani siano coraggiosi e coerenti con il Vangelo, raccomanda Benedetto XVI dalla terra di papa Montini, dove significativamente, ha anche avuto (fuori programma) un colloquio privato con il cardinale Carlo Maria Martini, leader mondiale dell`episcopato progressista. Secondo Ratzinger il mondo ha bisogno di una Chiesa povera e libera e alla Chiesa serve il dialogo […]

I cristiani siano coraggiosi e coerenti con il Vangelo, raccomanda Benedetto XVI dalla terra di papa Montini, dove significativamente, ha anche avuto (fuori programma) un colloquio privato con il cardinale Carlo Maria Martini, leader mondiale dell`episcopato progressista. Secondo Ratzinger il mondo ha bisogno di una Chiesa povera e libera e alla Chiesa serve il dialogo con il mondo moderno, un rapporto assolutamente centrale per affrontare i problemi odierni: crisi economica, immigrazione, educazione dei giovani.

Coscienza, rinnovamento e collaborazione, a suo giudizio, dovrebbero ispirare le relazioni tra Chiesa e societa’, sulla base di vita interiore, poverta’ e carita’. Prendendo spunto dalla preghiera sulla tomba di Sant`Arcangelo Ta- dini, a Botticino Sera, Benedetto XVI ha esortato a lavorare perche’ nasca un mondo fraterno in cui ognuno non viva per se’ ma per gli altri.

Un invito alla solidarieta’ rivolto prima di tutto alla stessa Chiesa, chiamata ad avere coscienza di se stessa e umilta’ davanti alle scelte.

Anche il Papa ha bisogno di essere aiutato con la preghiera anche se tanti si aspettano da lui gesti clamorosi, interventi energici e decisivi, ma sara’ Cristo a sedare la tempesta.

Sotto una pioggia battente, Benedetto XVI non ha rinunciato ad una sosta davanti alla stele che ricorda la strage di piazza della Loggia e, con il ministro dell`Istruzione Gelmini ad ascoltarlo in prima fila, ha richiamato l`emergenza educativa e la necessaria attenzione alle nuove generazioni. Il modello e’ Paolo VI, papa non sempre capito anzi spesso av- versato e isolato da movimenti culturali allora dominanti, ma che fu invece per molti giovani nel travagliato Sessantotto maestro di vita e coraggioso testimone di speranza. In momenti burrascosi e travagliati, Paolo VI seppe indicare con coraggio la fede come esperienza educativa liberante e unica vera risposta ai desideri e alle aspirazioni dei giovani, divenuti vittime dell`ideologia.

Giovani ammaliati da un conformismo che piega inconsciamente la liberta’ al dominio automatico di correnti esterne di pensiero, di sentimento, di azione, di moda; e poi, presi da un gregarismo che da’ l`impressione di essere forti, trasformando talvolta in ribelli in gruppo, in massa, senza spesso sapere perche’. Oggi, come allora, spiega Benedetto XVI, emerge nelle nuove generazioni una ineludibile domanda di significato, una ricerca di rapporti umani autentici, ri- spetto ai quali gli insegnamenti di Paolo VI si mostrano ancora validi.

Attimi di paura, poi, quando una donna incinta che stava partecipando alla messa papale ha avuto un malore ed e’ stata ricoverata all`Ospedale Civile dove ha partorito un bambino. Prima di lasciare Brescia Ratzinger ha invitato i cristiani a non dimenticare il senso del sacro:

Non e’ facile essere cristiani, ci vuole coraggio e tenacia per non conformarsi alla mentalita’ del mondo, per non lasciarsi sedurre dai richiami talvolta potenti dell`edonismo e del consumismo.

Per questo occorre restare saldamente uniti alla Chiesa, pure quando vediamo nel suo volto qualche ombra e qualche macchia, amandola come nostra vera madre traducendo questo amore in gesti concreti all`interno delle nostre comunita’. Senza cedere alla tentazione dell`individualismo e del pregiudizio, superando ogni rivalita’ e divisione.

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