Il cibo sprecato diventa risorsa.

Da chi ha tanto, troppo, a chi invece non ha niente. Il principio del progetto Last minute market e’ quello di ottimizzare le eccedenze dei grossi supermercati e delle mense trasformando il surplus in risorsa e passando i cibi alle associazioni di volontariato attive sul territorio. Il servizio, ideato e messo a punto nel 2003 […]

Da chi ha tanto, troppo, a chi invece non ha niente. Il principio del progetto Last minute market e’ quello di ottimizzare le eccedenze dei grossi supermercati e delle mense trasformando il surplus in risorsa e passando i cibi alle associazioni di volontariato attive sul territorio. Il servizio, ideato e messo a punto nel 2003 a Bologna, e’ attivo in citta’ dal 2005. Verona, insieme a Ferrara, e’ stata la prima citta’ ad aderire all’iniziativa, introducendo, unica in Italia, elementi nuovi e di eccellenza.
A oltre tre anni dall’attivazione del primo progetto, sono state recuperate oltre trecento tonnellate di cibo cotto, alimenti freschi e freschissimi, che hanno contribuito al miglioramento della dieta generalmente povera delle persone in difficolta’ che quotidianamente vengono assistite da una quindicina di onlus tra citta’ e provincia. Il cibo, non si tratta di avanzi ma di porzioni di cibo perfettamente integro e di alimenti freschi, magari con qualche difetto estetico nelle confezioni o in scadenza, viene raccolto da undici onlus che si occupano poi della distribuzione ai bisognosi, senza ulteriori passaggi.
Tra queste ci sono La Ronda della Carita’, la Piccola fraternita’, Il Samaritano, gli Amici della comunita’ Papa Giovanni XXIII, Passepartout e il Gruppo di volontariato vincenziano. Il progetto e’ entrato definitivamente a regime lo scorso aprile, grazie al sostegno della fondazione Cariverona che ha dato alle Acli veronesi, insieme alla Last minute market di Bologna, l’importante incarico di allargare il progetto anche ad altre citta’ quali Vicenza, Belluno, Ancona e Mantova. E ieri pomeriggio in Gran Guardia sono stati presentati gli ultimi dati e i futuri obiettivi del progetto.
In un solo anno e’ stato possibile allargare il recupero della ristorazione collettiva con progetti innovativi che hanno coinvolto la mensa dei dipendenti del Policlinico Rossi, dove sono stati recuperati oltre mille chilogrammi in sei mesi, e la mensa Esu Le Grazie, trecento chili in sei mesi. Inoltre, unico caso in Italia, ha aderito al progetto anche la Caserma Duca di Montorio. Complessivamente, il numero delle mense scolastiche che collaborano con Last minute market e’ arrivato a dieci.
Importante e’ anche il coinvolgimento nel progetto della grande distribuzione. Tra gli enti e le aziende che hanno aderito, incentivate anche dalle riduzioni previste sulla tassa sui rifiuti, l’Iper alle Corti Venete, un grossista di ortofrutta e, dallo scorso dicembre, e’ iniziata anche un’importante sperimentazione con Veronamercato, ha spiegato Alessio Scolfaro, segretario organizzativo per il progetto Last minute market per le Acli.
Il progetto sta raccogliendo buoni frutti ormai da qualche anno e si sta ampliano sempre di piu’. Tuttavia, al di la’ degli obiettivi raggiunti, e’ bene fare una riflessione sul perche’ ci siano nella nostra societa’ tanti sprechi, da una parte, e tante persone, dall’altra, che invece non riescono nemmeno ad avere il necessario per sfamarsi, ha spiegato Andrea Segre’, presidente della facolta’ di Agraria all’universita’ di Bologna e ideatore del progetto Last minute market, che ieri pomeriggio alla Fnac ha presentato il suo nuovo libro, Elogio dello Spre+Eco.
Tra gli obiettivi che Last minute si propone ora di raggiungere, quello di allargare la rete dei donatori e dei riceventi, ma soprattutto quello di espandere questo principio di ottimizzazione del surplus anche ad altri generi, oltre all’alimentare. Si tratta della raccolta di prodotti farmaceutici ancora idonei, prodotti sementieri e libri.

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