Il 70 per cento dei poveri vive nelle campagne

La povertà rimane un fenomeno imponente e principalmente rurale. Il 70% del miliardo e 400 milioni di poveri vive nelle campagne, nonostante i progressi registrati negli ultimi dieci anni (la percentuale dei poveri nelle aree rurali è infatti scesa dal 48 al 34%). Lo rileva il Rapporto sulla povertà rurale 2011 del Fondo internazionale per […]

La povertà rimane un fenomeno imponente e principalmente rurale. Il 70% del miliardo e 400 milioni di poveri vive nelle campagne, nonostante i progressi registrati negli ultimi dieci anni (la percentuale dei poveri nelle aree rurali è infatti scesa dal 48 al 34%). Lo rileva il Rapporto sulla povertà rurale 2011 del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, presentato a Londra.

Secondo il rapporto, i prezzi sempre più instabili degli alimenti, gli effetti del cambiamento climatico e il depauperamento delle risorse renderà ancora più complicato vincere una delle più grandi sfide globali: nutrire 9 miliardi di persone, ossia il numero stimato degli abitanti della Terra nel 2050. Serve perciò, secondo gli esperti dell’Ifad, un nuovo approccio all’agricoltura su piccola scala nei Paesi in via di sviluppo, in modo che sia al tempo stesso sostenibile e orientata al mercato. Occorre inoltre investire molte più risorse in questo campo. “Il rapporto afferma con chiarezza che è giunto il momento di considerare i piccoli agricoltori e gli imprenditori rurali poveri in un modo completamente nuovo: non come casi umani da compatire ma come persone che, con la loro capacità di innovare, il loro dinamismo e il loro impegno, porteranno benessere alle proprie comunità e una maggiore sicurezza alimentare al mondo nei prossimi decenni”, dichiara il presidente dell’Ifad, Kanayo F. Nwanze.

Trecentocinquanta milioni di abitanti delle aree rurali sono usciti dalla povertà dal 2001. Progressi notevoli si sono registrati in Asia orientale, in particolare in Cina. Allarmante in Africa sub sahariana l’aumento della povertà assoluta, ovvero di chi vive con meno di 1,25 dollari al giorno. Stabile,invece, la situazione nel subcontinente dell’Asia meridionale, dove risiede un miliardo di poveri.

Il Rapporto sottolinea anche il ruolo determinante delle donne che si dedicano all’agricoltura e la necessità di garantire loro la possibilità di avere accesso adeguato a terre, credito, attrezzature e opportunità di mercato. Investire nelle persone, “favorendo un maggior accesso all’istruzione e ai corsi di formazione, sostenerle nello sviluppo delle loro organizzazioni per infondere loro fiducia,autorità e sicurezza, aiutarli a ridurre i rischi,a gestire le attività, a vendere i prodotti e a negoziare i loro interessi”, è una delle misure da mettere in atto indicate da Edward Heinemann, responsabile dell’Ifad, per cogliere nuove opportunità economiche che si stanno presentando e così accelerare i progressi. Il mondo in cui le popolazioni rurali vivono sta cambiando molto rapidamente.

I mercati urbani per i prodotti agricoli che si stanno sviluppando sull’onda della crescente urbanizzazione dei Paesi in via di sviluppo e l’integrazione tra aree urbane e rurali favorita da migliori infrastrutture creano nuove opportunità. Per questo,secondo Heinemann, i governi e i donatori che collaborano con loro devono impegnarsi molto di più a sostenere le aree rurali, migliorare le infrastrutture e renderle luoghi migliori in cui vivere e fare affari. Non basta sostenere la crescita economica. “Noi sappiamo che la crescita agricola riesce a ridurre la povertà più di quanto faccia la crescita derivata da altri settori”, sottolinea l’esperto dell’Ifad.

L’Ifad, Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, istituzione finanziaria internazionale e agenzia specializzata delle Nazioni Unite, attraverso donazioni e prestiti a tassi agevolati,promuove e finanzia programmi e progetti per mettere i poveri delle aree rurali in condizione di sconfiggere la povertà.
 

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