Fukushima, alte radiazioni. Tecnici in fuga

La radioattività dell’acqua al reattore numero 2 della centrale giapponese di Fukushima è 100 mila volte superiore alla norma. La Tepco, la società che gestisce la centrale aveva addirittura comunicato, in precedenza, che il livello «normale» era stato superato di 10 milioni di volte. Un’entità talmente grande da essere praticamente non stimabile. Poi ha corretto. […]

La radioattività dell’acqua al reattore numero 2 della centrale giapponese di Fukushima è 100 mila volte superiore alla norma. La Tepco, la società che gestisce la centrale aveva addirittura comunicato, in precedenza, che il livello «normale» era stato superato di 10 milioni di volte. Un’entità talmente grande da essere praticamente non stimabile. Poi ha corretto. Il dato è stato poi corretto: 1.000 millisievert/ora, appunto 100mila volte oltre la norma. Ma la verità, alla fine è tragica e drammatica: quel livello di radiazioni è tale da cancellare in breve tempo la vita. E per questo motivo tutti i tecnici al lavoro nel tentativo di rimettere in sicurezza la centrale sono stati evacuati subito. Ma questo significa anche che non c’è possibilità d’intervento umano per tentare di migliorare la situazione. L’esposizione a questo livello di radiazioni per 4 ore aumenta il rischio di morte entro 30 giorni, ha avvertito Hidehiko Nishiyama, portavoce dell’agenzia del governo giapponese per la sicurezza industriale e nucleare.

L’IPOTESI DELLA FALLA – Questi livelli di radioattivitá riscontrati nell’acqua all’interno dell’edificio del reattore pongono gravissimi rischi per la rimozione dell’acqua stessa. Ma soprattutto fanno pensare che l’involucro di contenimento del nocciolo del reattore abbia una crepa o una falla. E se questa è la situazione, significa che l’emergenza giapponese potrebbe avvicinarsi in breve a una situazione simile a quella di Chernobil.

LA DENUNCIA AMBIENTALISTA – Errori o no, secondo Greenpeace la situazione a Fukushima è già uguale a quella, devastante, di Chernobil. Anzi, peggio, perchè moltiplicata per almeno tre dei reattori della centrale. Un nuovo studio commissionato da Greenpeace Germania ad Helmut Hirsch, esperto di sicurezza nucleare, rivela che l’incidente «ha già rilasciato un tale livello di radioattività da essere classificato di livello 7» ovvero il massimo di gravità per gli incidenti nucleari, raggiunto in precedenza soltanto Chernobil del 1986. Greenpeace ha inviato in Giappone un gruppo di esperti che hanno cominciato a monitorare i livelli di contaminazione radioattiva intorno alla zona di evacuazione per valutare la reale portata di rischio per la popolazione locale. «Fin dall’inizio della crisi nucleare a Fukushima, sembra che le autorità stiano sottovalutando sia i rischi che l’estensione della contaminazione radioattiva. Siamo venuti qui a Fukushima per fare un’analisi trasparente e indipendente» afferma Jan van de Putte, team leader di Greenpeace. «Sommando i rilasci di radiazione da tutti i reattori dell’impianto di Fukushima, è ovvio che si è raggiunto il livello 7. È probabile che la quantità totale di radiazione equivale al triplo del valore minimo per classificare un incidente come livello 7. Il rilascio di radioattività, infatti, è 100.000 TBq (TeraBequerel) per ogni reattore, dunque si tratta di tre incidenti di scala 7».

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