Ryanair non è più una compagnia low cost

Ogni scusa è buona per moltiplicare il costo del biglietto. Si paga per sedere accanto al figlio piccolo. E anche per avere un biglietto cartaceo

COSTI EXTRA RYANAIR

Ogni scusa è buona per consentire a Ryanair di aumentare in modo unilaterale il costo del biglietto. Persino stare seduto accanto al proprio figlio ha un prezzo. E se, come può capitare a un viaggiatore anziano, serve un biglietto cartaceo, bisogna scucire 60 euro.

RYANAIR NON È PIÙ UNA COMPAGNIA LOW COST

Finalmente qualcuno si è accorto ciò che su questo sito andiamo dicendo da tempo: Ryanair di fatto non è più una compagnia low cost. Afferra al volo ogni occasione, ogni piccola o grande esigenza dei viaggiatori, e la trasforma in un costo. Alla fine, il passeggero paga un doppio biglietto: uno per il viaggio (apparentemente a prezzo scontato) e l’altro per gli extra (una somma di spese aggiuntive). In questo modo il low cost è solo un’operazione di marketing, roba da greenwashing, mentre sulle spalle dei consumatori restano sprechi e spese impreviste.

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RYANAIR: SOLDI PER FARE SEDERE VICINI GENITORI E FIGLI

L’Enav, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, ha multato per 35mila euro la compagnia perché faceva pagare un abbondante extra per consentire a genitori e figli di sedere vicini. Oppure per dare posti, uno a fianco all’altro, a una persona anziana con la sua badante o a un handicappato con il suo accompagnatore. Qualche decina di migliaia di euro non è una sanzione che certo spaventa un colosso come Ryanair, anche se tra l’altro l’Enav potrebbe passare le carte alla Procura della Repubblica, ma ciò che conta è l’ennesima prova di come il low cost, in questo caso, si sia ormai ridotto a un’etichetta da propaganda commerciale.

COSTI NASCOSTI RYANAIR

Si tratta, infatti, soltanto dell’ultima mini-stangata, una sommata all’altro, che la compagnia appioppa ai suoi clienti. Talvolta anche last minute, quando è impossibile per il viaggiatore individuare una soluzione alternativa. Prendiamo il caso del check in. Come capita spessa, la società irlandese in modo improvviso e unilaterale ha cambiato le carte in tavola sui costi aggiuntivi per questo elementare quanto indispensabile atto di viaggio. In pratica: se non fai il check in online entro le dure ore precedenti alla partenza e punti su quello cartaceo, non te la cavi con una spesa inferiore ai 55-60 euro. È chiaro che, in un caso del genere, la tendenza a spostare verso il web tutte le procedure precedenti all’imbarco, serve solo a giustificare ricavi extra a favore della compagnia. Tra l’altro, se un passeggero non è un esperto navigatore, o non ha l’età da smanettone online, è chiaro che si ritroverà nella trappola di chi è costretto a pagare un prezzo del biglietto Ryanair molto diverso da quello che immaginava e da quello che era stato pubblicizzato.

(Photo credit: pio3/Shutterstock.com)

COSTO EXTRA BAGAGLIO A MANO RYANAIR

Il film sul check in ripete quanto già visto con il bagaglio a mano. Anche qui, a colpi di comunicati improvvisi e unilaterali, Ryanair ha di fatto reso impossibile viaggiare senza spendere un costo extra per imbarcare un bagaglio. E il prezzo di questo servizio non ha fatto altro che salire, da 6 a 25 euro: un’altra spesa che modifica in modo sostanziale la tariffa di un biglietto aereo che così perde il connotato autentico di low cost.

La mossa della compagnia è finita anche nel mirino della magistratura, con una serie di cause avviate da viaggiatori in tutta Europa. E in Spagna, dal tribunale di Madrid, è arrivata, a suo tempo, una prima sentenza che potrebbe fare scuola: Ryanair è stata costretta a restituire al cliente il costo extra per il bagaglio a mano (25 euro, appunto), in quanto giudicato come una violazione dei diritti del passeggero. Se questa sentenza farà scuola, è chiaro che per Ryanair sarà più difficile andare avanti, manu militari, con la politica commerciale dei costi per servizi aggiuntivi che si sommano a quelli per il biglietto-base.

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COSTO CHECK IN CARTACEO RYANAIR

Ma non bisogna farsi troppe illusioni. Leggendo con attenzione il bilancio di Ryanair si scopre, infatti, che l’intero impianto dei ricavi della società si fonda sulle stangate extra biglietto riservate e messe in fila per i passeggeri. Tanto che 2,44 miliardi di entrate, pari a un terzo di tutti i ricavi, arrivano proprio dagli extra, come il bagaglio imbarcato e non più a mano e il check in cartaceo e non online. E ancora: ogni passeggero di Ryanair già oggi paga un doppio biglietto. Fatto 100 il valore di quello principale, ci sono, mediamente, altri 50 euro di spese extra che vanno ad aggiungersi al costo iniziale. Questo extra viene classificato nel bilancio come entrata da fonti «ancillary», letteralmente: ancillari, rispetto al viaggio. Tirando le somme, c’è davvero da chiedersi se, a questo punto, si possa parlare ancora di voli low cost e di una compagnia che presidia un mercato completamente diverso da quello delle tradizionali società aeree.

COSA SAPERE SU RYANAIR

Non dimentichiamo, e qui siamo in un’area piuttosto opaca, che Ryanair riceve contributi, slot posizioni di totale egemonia in alcuni aeroporti minori proprio grazie a questa classificazione di compagnia low cost. Ovvero di una compagnia che mette il viaggiatore in condizione di risparmiare e in virtù di tariffe molto basse copre linee che altre società non intendono prendere in considerazione.

Peccato che ovunque ci sia qualcosa del genere, specie nelle regioni del Sud Italia, Ryanair è finita sotto accusa per i ricatti che pone alle amministrazioni locali e allo Stato per ottenere i contributi sempre più alti e garantire così i servizi di linea. Il tutto creando un ulteriore problema al sistema Paese, in quanto alle stesse sovvenzioni non accede Alitalia, che non viene considerata una compagnia low cost, che poi si trova a fare i conti con la concorrenza delle tariffe super scontate di Ryanair.

Anche qui toccherà ai consumatori farsi sentire, sapendo che il meccanismo dei ricavi di Ryanair è questo: da un lato ci sono più entrate extra (parallele a biglietti a tariffe basse), dall’altro contributi, sovvenzioni e innanzitutto una politica di costi del personale molto stretta, molto competitiva con tutte le compagnie del settore. In occasione dell’ondata di scioperi del personale Ryanair, abbiamo raccontato che la differenza per ogni dipendente, rispetto al collega delle altre compagnie commerciali non low cost è di circa 7mila euro all’anno. Inoltre il personale Ryanair deve provvedere in prima persona ai pranzi e alla divisa. Low cost significa anche questo e ancora una volta sorge qualche dubbio sul fatto se davvero serva a tutti una concorrenza basata su questi meccanismi.

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INCASSI RYANAIR IN ITALIA

L’Italia è un paese fondamentale per il bilancio di Ryanair. Qui infatti matura il 25 per cento del suo fatturato (rispetto al 12 per cento del Regno Unito) e nel corso del 2022 la compagnia ha trasportato in Italia 46 milioni di passeggeri, il 34,6 per cento del totale. Per dare un’idea di che cosa significhi questo volume di traffico, e di clienti, Ita, la ex Alitalia, nello stesso periodo di tempo ha fatto viaggiare in Italia soltanto 10,5 milioni di passeggeri.

RYANAIR BLOCCA LA CONCORRENZA

Tra le tante invenzioni della compagnia di O’Leary c’è anche un sistema di vigilanza digitale che ha un obiettivo preciso: impedire la vendita di biglietti Ryanair senza passare per la società. E fare in modo che, nel tempo, chi vuole volare con Ryanair potrà farlo soltanto acquistando biglietti sul sito della compagnia ex low cost. L’Associazione italiana agenti di viaggio e la Federazione turismo organizzato hanno denunciato Ryanair all’Autorità Antitrust per pratiche commerciali scorrette.

(Photo credit immagine di copertina: Rebius/Shutterstock.com)

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