Una scarsa diffusione delle conoscenze in campo ambientale alimenta una cattiva applicazione della normativa di riferimento che, oltre a generare incertezza e a mettere a rischio la salute e il mercato unico, comporta costi da sostenere non indifferenti. È questo il circolo vizioso che la Commissione Europea ha deciso di arrestare per dimostrare quanto le spese per prevenire i danni all’ambiente siano assai inferiori a quelle sostenute a lungo termine per porvi rimedio.
Stando a quanto riportato nella comunicazione che la Commissione ha diffuso oggi, infatti, una mancata applicazione della normativa ambientale costa all’economia europea circa 50 miliardi di euro all’anno tra sanità e costi diretti per l’ambiente.
Sono costi che non possiamo permetterci in tempi di crisi”, ha commentato il Commissario all’Ambiente Janez Potocnik. “La normativa UE – ha aggiunto – non è un’invenzione di Bruxelles, ma è stata democraticamente adottata da tutti gli Stati Membri e dal Parlamento, per il beneficio dei cittadini”.
Garantire la corretta applicazione della normativa ambientale UE a livello nazionale è una responsabilità degli Stati Membri, che hanno l’obbligo di rispettare gli impegni assunti. Da qui la necessità di rafforzare il dialogo con i governi e con tutte le parti interessate per intensificare lo scambio delle conoscenze e coinvolgere attivamente anche i cittadini. La Commissione vigilerà che tutto proceda come stabilito e punterà anche a migliorare le ispezioni, i criteri per il trattamento delle denucne dei cittadini da parte degli Stati Membri, l’accesso alla giustizia in materia ambientale e il sostegno alle reti europee di professionisti dell’ambiente.
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