“2030 – La tempesta perfetta” Come evitare che la Grande Crisi abbia la meglio su di noi? Ce lo spiega in questo video, con cifre alla mano ed esempi concretiDonato Speroni, ex vicedirettore de “il Mondo” e dirigente dell’Istat, docente di Economia e statistica alla Scuola di giornalismo Ifg di Urbino.
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LA TEMPESTA PERFETTA. Il futuro è imprevedibile, ma i fattori che lo determinano sono in parte già scritti, a cominciare dall’evoluzione demografica. L’umanità, oggi sette miliardi di persone, arriverà a otto miliardi nel 2025 e a nove dopo il 2040. C’è una fondata previsione, espressa da diversi esperti, che entro il 2030 si determini una situazione difficilmente gestibile a causa dell’aumento dei consumi, delle diffuse povertà indotte anche dal riscaldamento del Pianeta, dalla debolezza delle risposte politiche a livello globale. Ne deriverà la cosiddetta “tempesta perfetta”, ancora più devastante di una guerra mondiale. Si può evitare? È questo il tema affrontato da Donato Speroni e Gianluca Comin nelle 200 pagine del volume 2030. La tempesta perfetta – Come sopravvivere alla Grande Crisi (Rizzoli), che spazia dalle problematiche demografiche a quelle ambientali, dalla politica all’economia.
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Il progresso scientifico sta già dando un grande contributo nell’affrontare i rischi della “tempesta perfetta”, con progressi enormi nel campo dell’energia, dell’informazione, della sostenibilità. Ma non è detto che ciò sia sufficiente: le tecnologie Grin (genetica, robotica, informatica, nanotech) cambieranno la vita dell’uomo entro il 2050, addirittura creando una nuova specie umana “potenziata” da innesti con le macchine (con tutti i rischi connessi). Ma ben difficilmente potranno risolvere i problemi che ci capiteranno addosso nei prossimi vent’anni. Anche l’offerta energetica cambierà molto lentamente. L’aumento di almeno due gradi di temperatura del Pianeta è ormai inevitabile e molti Paesi stanno già correndo ai ripari.
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UNA NUOVA CIVILTA’. «Ce la faremo? In tutta onestà non siamo in grado di prevederlo: le incognite sono tante», scrivono gli autori nel capitolo conclusivo. Per evitare le conseguenze più nefaste della “tempesta perfetta” molto dipenderà dalla politica e dalle risposte di cittadini, imprese e organizzazioni sociali. Le attuali forme di “governance” mondiale non sono certo sufficienti (la crisi economica ne è una drammatica conferma) ma molti comportamenti stanno già cambiando: nel mondo sono sorte centinaia di migliaia di organizzazioni per la “crescita sostenibile ed etica”, le città in cui si concentra l’umanità cercano di diventare “intelligenti”, le imprese danno sostanza nuova ai discorsi spesso vacui sulla “responsabilità sociale”, collaborando anche con le organizzazioni non profit. Da questi semi, nel terreno fertile della comunicazione globale, può nascere una nuova civiltà “new global”.
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