La Decrescita felice non è una strategia per uscire dalla Grande Crisi

"Decrescita felice? Non esiste. Sarebbe solo sofferenza". Parola di Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia, che ha commentato la situazione della nostra economia e in particolare dei giovani che fanno fatica a trovare un lavoro con compensi decenti.

DECRESCITA FELICE. Spesso abbiamo parlato nel sito Non sprecare del tema della “decrescita felice”, riprendendo il titolo di un fortunato libro di Serge Latouche, economista e filosofo francese, al quale si è collegato in Italia il professore Maurizio Pallante con il suo Movimento per la decrescita felice. Sia Latouche sia Pallante sono persone serie che esprimono anche una rispettabile radicalità di posizioni, ma la “decrescita felice” non può funzionare e non porterebbe mai fuori dal tunnel della Grande Crisi. Lo ha spiegato bene anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, commentando la situazione della nostra economia e in particolare dei giovani che fanno fatica a trovare un lavoro con compensi decenti. Dice Visco: “L’economia italiana non cresce da due decenni, e questo rende più fragile la nostra situazione. Tornare allo sviluppo è fondamentale, anche se qualcuno pensa che ci si possa fermare e non crescere più. Non è così, perchè con la “decrescita felice” in pochi, molto pochi, magari starebbero anche bene, ma la maggior parte di noi ne soffrirebbe drammaticamente”.

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DECRESCITA SOSTENIBILE. In realtà, ed è questa la linea e la filosofia di Non sprecare, abbiamo bisogno sicuramente di crescita economica e di sviluppo, ma di un’altra crescita rispetto a quella drogata che ha messo in ginocchio il modello di sviluppo ameircano e anglosassone. Una crescita più sana, che per esempio valorizzi gli investimenti pubblici nella tutela dell’ambiente e per una buona mobilità, nelle scuole come nelle università e nella ricerca, nell’efficienza energetica come nel recupero delle periferie degradate. Una crescita orientata allo sviluppo, con nuovi conusmi, consapevoli e responsabili, non drogati da atteggiamenti compulsivi. Una crescita per tutti e non per pochi, i soliti privilegiati.

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