Come diventare un buon capo

Autorevolezza senza autoritarismo. Empatia, leggerezza e saper anche giocare

Come diventare un buon capo, il decalogo

COME DIVENTARE UN BUON CAPO

Come si diventa un buon capo? Esistono tanti manuali in materia, ma rischiate di sprecare soldi.Accontentatevi di seguire qualche consiglio semplice ed efficace, ispirato talvolta solo al buonsenso. Per esempio: non confondere l’autorevolezza con l’autoritarismo. Oppure: non fare giochi di poteri, nei quali, prima o poi, si resta intrappolati. E introdurre accanto al rigore e all’etica del lavoro, anche la condizione per una sana leggerezza.

CONSAPEVOLEZZA

Il potere non è solo un grado, un ruolo da esercitare. E’ anche un programma, con obiettivi, da condividere, con la coinsapevolezza di fare qualcosa di utile per tutti, e non solo sé stessi. Altrimenti tutto si riduce a una banale carriera. Essere consapevoli del ruolo ricoperto: solo così si trasmettono i valori e la visione d’impresa.

CAPACITA’ DI COMUNICAZIONE

La comunicazione è fondamentale, anche all’interno di un‘organizzazione di lavoro, che deve pur sempre fare un gioco di squadra. Il comando non è per gli autistici. Affinare le capacità comunicative per garantire trasparenza e dare feedback: negativi, ma anche e soprattutto positivi.

EMOTIVITA’ SOTTO CONTROLLO

Un conto sono le emozioni, da vivere e da liberare. Altra cosa è l’emotività, che va tenuta sotto controllo quando si esercita una responsabilità da comando. Non lasciare emergere troppo la propria emotività nel guidare la squadra a un risultato.

IMPARZIALITA’

Non esiste più di un ambiente di lavoro, un luogo dove dominano simpatie e antipatie, vecchie e nuove ruggini. Umore e amori. Un bravo capo deve tenere tutto questo fuori dalla porta, e se necessario anche dal cuore. E deve dimostrarsi sempre e comunque imparziale, anche se questo potrebbe significare pagare qualche prezzo sul piano privato.

L’ESEMPIO

Una regola vecchia come il mondo, ma sempre valida: se volete che altri facciano come voi, a partire dalla qualità del lavoro più che dalla quantità, date l’esempio. E non abusate del ruolo di capo.

Essere d’esempio: nell’organizzazione del proprio lavoro, nella definizione delle proprie aspettative e nella puntualità.

ASCOLTARE I COLLABORATORI

Un bravo capo la prima cosa che sa fare è scegliere i collaboratori giusti. Non quelli sempre pronti a dire sì, a piegare la testa, ed a ubbidire. Ma i collaboratori bravi vanno motivati, innanzitutto prendendo in considerazione quanto dicono e quanto pensano. Prestare ai propri collaboratori l’ascolto dovuto, nelle sedi e nei modi più adatti, senza diventarne il “confessore”.

AUTOREVOLEZZA NON AUTORITARISMO

Sono due cose molto diverse e non vanno confuse. Un bravo capo è autorevole, ha carisma, sa vincere e convincere. Non urla, non abusa del suo potere, non si rende colpevole di stalkeraggio, a nessun livello.L’obiettivo è tenere salda l’autorevolezza con capacità decisionale.

ETICA

L’etica professionale è molto importante perché permette di creare un ambiente di lavoro improntato alla fiducia, al rispetto e alla collaborazione reciproci. E in un tale ambiente va da sé che si lavora meglio, anche in team.  Garantire il valore dell’etica è un fattore intrinseco del successo di un’azienda.

EMPATIA

Altro aspetto fondamentale è l’empatia nei confronti di collaboratori e dipendenti, che vanno ascoltati con reale attenzione, dimostrando un atteggiamento di comprensione e di fiducia nei loro confronti, in modo da farli sentire capiti e sereni nell’ambiente di lavoro. Stabilire empatia significa riconoscere ma anche anticipare i bisogni dei collaboratori.

MESCOLARE LAVORO E DIVERTIMENTO

Non in ultimo l’importanza di mescolare lavoro e divertimento. Sembrano due cose incompatibili, ma in realtà un po’ di sano relax fa bene a tutto il team, compatibilmente con gli impegni lavorativi. Il divertimento, a differenza di quanto si pensa, consente di cementare il team, aumentare commitment e senso di appartenenza.

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