Come comportarsi in caso di prestito rifiutato?

Il principale criterio che le banche utilizzano per decidere se concedere un prestito personale è l’affidabilità creditizia del richiedente. Ecco perché è difficile ottenere credito per le persone già indebitate o che, in passato, sono state iscritte nell’elenco dei cattivi pagatori. Bisogna tener presente che il rifiuto viene segnalato al Crif, la società che gestisce il […]

Il principale criterio che le banche utilizzano per decidere se concedere un prestito personale è l’affidabilità creditizia del richiedente. Ecco perché è difficile ottenere credito per le persone già indebitate o che, in passato, sono state iscritte nell’elenco dei cattivi pagatori. Bisogna tener presente che il rifiuto viene segnalato al Crif, la società che gestisce il più importante sistema d’informazioni creditizie (Sic) in Italia, e lì rimarrà per un certo periodo.

Prima di avanzare una nuova richiesta, è, però, necessario comprendere le motivazioni che hanno portato l’istituto a rifiutare l’erogazione del credito. Se la causa è l’eccessivo indebitamento del richiedente, l’ideale è optare per un’operazione di consolidamento debiti, in modo tale da rendere più facile l’accesso al nuovo credito.

Se, invece, la motivazione dipende dalla mancanza di un reddito certo come garanzia, ci si può affidare a un garante che sia disposto a coprire eventuali inadempienze e a tutelare l’istituto di credito dal rischio d’insolvenza.

Chi, invece, figura come “cattivo pagatore” perché in passato ha accumulato ritardi nella restituzione di un finanziamento, ci sono i prestiti per protestati. Fra questi, la soluzione più semplice è cessione del quinto, che consente di trattenere la rata mensile direttamente dalla busta paga del debitore.

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