Mirare ad un taglio delle emissioni di carbonio del 30% equivale a puntare su una maggiore crescita economica. Lo stabilisce la risoluzione adottata oggi a Strasburgo
L’Unione Europea dovrebbe puntare direttamente ad un obiettivo di riduzione delle emissioni climalteranti del 30% anziché fermare la propria ambizione al 20%. E dovrebbe farlo proprio per agire nel proprio interesse economico. A sostenerlo sono gli europarlamentari riunitisi oggi a Strasburgo per votare una risoluzione in merito alla conferenza sul cambiamento climatico di Cancún. La decisione, che è stata adottata con 292 voti a favore, 274 contrari e 38 astensioni, stabilisce la posizione del Parlamento europeo in vista dei colloqui sul clima delle Nazioni Unite, dove sarà presente con delegazione ufficiale di 15 deputati durante la seconda settimana di conferenza, per incontrare gli altri legislatori e rappresentanti della società civile, e fare pressione sui negoziati in corso.
Un’ipotetica, ma da molti già ventilata, situazione di stallo a Cancún “sarebbe inaccettabile”, spiega il presidente della delegazione Jo Leinen. “L’UE deve spingere per risultati concreti e svolgere la propria parte rafforzando il suo obiettivo di riduzione della CO2 dal 20% al 30% […] e tener fede alla promessa di elargire i finanziamenti (destinati all’avvio rapido degli interventi) per conquistare la fiducia dei paesi in via di sviluppo”.
Per stabilire un rapporto di fiducia a Cancún, i deputati invitano gli Stati membri a dar seguito al loro impegno di 7,2 miliardi di euro di finanziamento “fast-start” per aiutare i paesi in via di sviluppo ad adeguarsi e mitigare gli effetti del cambiamento climatico entro il 2020. Non manca l’accenno alle foreste e al patrimonio boschivo ritenuti cruciali per il clima. In talsenso Bruxelles dovrà chiarire il forte sostegno – spiega la risoluzione – al “REDD +”, un’iniziativa volta a ridurre le emissioni da deforestazione e degrado forestale e fare chiarezza sulle definizioni dei terreni beneficiari del finanziamento.
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