Bilanci di giustizia “quando l’economia uccide bisogna cambiare!”

Con questo slogan “Beati i Costruttori di Pace”, in occasione del quinto raduno del movimento tenutosi a Verona il 19 settembre 1993, lanciano la campagna “Bilanci di Giustizia” rivolta alle famiglie, intese come soggetto micro-economico. Ad oggi le famiglie impegnate sono piu’ di 500. Cosa si prefigge la campagna? In sintesi, l’obiettivo delle famiglie e’ […]

Con questo slogan “Beati i Costruttori di Pace”, in occasione del quinto
raduno del movimento tenutosi a Verona il 19 settembre 1993, lanciano la
campagna “Bilanci di Giustizia” rivolta alle famiglie, intese come soggetto
micro-economico. Ad oggi le famiglie impegnate sono piu’ di 500.

Cosa si prefigge la campagna? In sintesi, l’obiettivo delle famiglie e’
modificare secondo giustizia la struttura dei propri consumi e l’utilizzo dei
propri risparmi, cioe’ l’economia quotidiana. Parlare di “giustizia” e’
impegnativo, perche’ suppone un orizzonte etico condiviso in buona parte ancora
da costruire, ma la sfida e’ proprio quella di combattere l’invadenza e lo
strapotere della “razionalita’ economica” a partire dal carrello del supermercato
e dallo sportello di una banca. Da qui l’adesione convinta al consumo critico e
alla finanza alternativa (MAG e Banca Etica) a favore di uno sviluppo che
risulti sostenibile per i poveri del pianeta, per il pianeta stesso e – perche’
no – anche per noi.

Cio’ che pero’ contraddistingue Bilanci di Giustizia e’ l’idea che questi
obiettivi si possano realizzare efficacemente solo insieme, in modo organizzato,
mediante una comunicazione costante e un’azione comune. Lo strumento ideato sia
per “auto-misurare” il proprio impegno che per socializzarlo nel movimento e
all’esterno, in funzione politica, e’ quello del bilancio familiare; li’ si
rendono visibili e si quantificano i cambiamenti effettuati nelle scelte
economiche.

Le famiglie impegnate nella campagna hanno dimostrato la possibilita’ di
condurre una vita sobria senza compiere sacrifici eccessivi: prova ne sia che la
spesa media mensile risulta di 150.000 lire inferiore al dato ISTAT ’95 sui
consumi degli italiani e che, nella sua composizione, e’ stato rilevato un minore
esborso per generi voluttuari, quali l’abbigliamento e i regali.

Comportamenti ormai consolidati sono risultati la raccolta differenziata dei
rifiuti e l’acquisto di prodotti delle Botteghe del Mondo, messi in atto dal 60%
degli aderenti, insieme alla preferenza per alimenti di stagione e il riuso e
scambio di vestiti, abitudini acquisite da quasi il 50%.

Obiettivo principale della campagna e’ sperimentare, con un consistente numero
di nuclei familiari, le possibilita’ di “spostamento” da consumi dannosi per la
salute, per l’ambiente e per le popolazioni del Sud del mondo, a prodotti piu’
sani, che non incidono in modo irreparabile sulle risorse naturali e che
riducono i meccanismi di sfruttamento nelle regioni sottosviluppate. Non si
tratta quindi di affrontare sacrifici e rinunzie in nome di un’etica e di una
giustizia concepite in termini astratti, ma di rifiutare in base ad analisi non
superficiali e a scelte coscienti e responsabili i consumi che non rispondono
piu’ ai bisogni umani reali o che danneggiano in modo spesso irrecuperabile i
meccanismi ecologici e le popolazioni da troppo tempo confinate in una poverta’
incolpevole.

www.bilancidigiustizia.it

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