Una scuola di amianto e il preside scrive agli studenti: vietato correre, rischiate la salute

Una storia incredibile al Leonardo da Vinci di Firenze, la città di Renzi. L’edificio dovrebbe essere abbattuto e ricostruito, e intanto il preside scrive i suoi divieti.

AMIANTO A SCUOLA –

Di amianto si muore, e lo sappiamo. E dall’amianto siamo ancora circondanti, e anche questo lo sappiamo. Ma adesso scopriamo che, in attesa di bonifiche e ristrutturazioni sempre annunciate e mai realizzate, esiste anche una scuola, costruita con l’amianto e ancora perfettamente funzionante, che avvisa gli studenti sui comportamenti da tenere per non rischiare la pelle.

LEGGI ANCHE: L’amianto ancora ci circonda, ne abbiamo 5 quintali per ogni cittadino. Ovunque

A FIRENZE LA SCUOLA COSTRUITA CON L’AMIANTO –

Siamo a Firenze, nella sede del primo biennio dell’Istituto tecnico Leonardo da Vinci, un edificio costruito negli anni Sessanta quando ancora non si conoscevano i disastrosi rischi legati all’amianto (3mila morti l’anno solo in Italia). Qui il preside Giacomo D’Agostino, in attesa della bonifica, ha scritto un vademecum per gli studenti al fine, testuale, «di limitare al massimo i rischi per la salute». Limitare, appunto, ma non escludere. Le regole sono le più diverse, e anche difficili da applicare per dei giovani studenti. Si chiede, per esempio, di evitare di correre: è possibile farlo a quella età? O ancora di evitare di chiudere con forza porte e finestre di ciascuna stanza. E di non fare buchi nelle pareti, anche solo per mettere un chiodo, perché la polvere, contenente amianto, potrebbe diventare molto pericolosa.

AMIANTO NELL’ISTITUTO LEONARDO DA VINCI DI FIRENZE –

La storia dell’istituto Leonardo da Vinci può sembrare surreale, ma in realtà appartiene alla cronaca di un Paese dove abbiamo ancora tanti edifici, specie pubblici, in amianto: se ne calcolano 5 quintali per ogni italiano. In questo caso l’amministrazione comunale di Firenze (la città di Matteo Renzi), che ha la proprietà della scuola, negli anni scorsi è riuscita a bonificare soltanto il tetto. Poi si è dovuta fermare per mancanza di fondi. L’intera messa in sicurezza dell’istituto costerebbe tra i 7 e gli 8 milioni di euro: denaro che nessuno è disposto a mettere sul tavolo. «La verità è che bisognerebbe abbattere la scuola e ricostruirla ex novo» confessa il preside Giacomo D’Agostino. E aggiunge: «L’unica cosa sensata che posso fare è provare a limitare i danni per i ragazzi, contando sulla loro collaborazione….». E la collaborazione delle istituzioni nell’Italia sommersa dall’amianto quando arriverà?

PER APPROFONDIRE: Smaltimento amianto, a Udine il primo impianto per il riuso delle fibre

KuBet
KUBet - Trò chơi đánh bài đỉnh cao trên hệ điều hành Android
Torna in alto