Un fazzoletto di terra lambito dal mare e dal vento. Una gemma preziosa incastonata nella seta del blu profondo dell’Egeo. Aghios Efstratios, appena 40 chilometri quadrati di terra vulcanica: una delle piu’ piccole e remote isole della Grecia settentrionale, confine marino dell’Europa con l’Oriente. L’unico centro abitato e’ popolato da 375 abitanti che in estate diventano poco piu’ di 400, tutti rigorosamente greci. Qui il turismo di massa non e’ mai arrivato. Nell’unico ristorante dell’isola c’e’ sempre posto. Il porto e’ un esile molo che si protrae, timido, nel mare. L’acqua cristallina non e’ mai stata scalfita dal via vai di traghetti carichi di vacanzieri da ogni parte del mondo. Le spiagge, immacolate e deserte, sono pascolate perlopiu’ da capre allo stato brado. vietata la circolazione di automobili, scooter o moto, e la maggior parte delle calette si raggiungono a nuoto o a remi. Attualmente la fonte energetica principale dell’isola sono gruppi elettrogeni alimentati a petrolio, ma presto verranno sostituiti da impianti di energia eolica, fotovoltaica e da biomassa.
Aghios Efstratios e’ stata infatti scelta dal governo greco per diventare un’isola a zero emissioni di CO2, facendo ricorso unicamente a fonti di energia rinnovabile. Saranno sole, vento e biomasse a sostituire gli attuali generatori diesel; anche i trasporti pubblici verranno riconvertiti in autobus elettrici mentre il rispetto totale di spiagge e fondali e la raccolta dei rifiuti superdifferenziata fara’ il resto. A regime (si parla gia’ di fine 2010) Aghios Efstratos sara’ la prima isola del Mediterraneo completamente verde. Una scelta ecoturistica da dieci milioni di euro, secondo il progetto pilota finanziato dal Segretariato generale per la Ricerca e la Tecnologia di Atene. Una scommessa se si pensa che attualmente nel mondo esistono soltanto 3 esemplari di isole votate all’impatto zero: King Island in Australia, Samsoe in Danimarca e Utsira in Norvegia, da anni ormai autonome nella produzione di energia ottenuta da sole, vento, idrogeno.
L’isoletta greca aspira ad entrare nella ristrettissima cerchia. La conversione “green” globale sara’ un modo per garantirsi un flusso di viaggiatori responsabili e attenti all’ambiente. Il turismo sostenibile, per Australia, Danimarca e Norvegia e’ oggi un vero e proprio business: Samsoe, che ha iniziato il suo percorso ecologico dodici anni fa, oggi con le sue 21 turbine eoliche soddisfa completamente i bisogni di energia elettrica mentre si affida all’energia solare e alle biomasse per il riscaldamento. Anche i trasporti sono stati convertiti a trazione elettrica e in parte a idrogeno (l’energia necessaria e’ prodotta da 10 pale eoliche in mezzo al mare). E con l’energia pulita cresce anche il numero di visitatori: ogni anno si registrano 400mila soggiorni mentre gli abitanti sono appena 4mila. Ma il trend eco-compatibile fa proseliti ovunque. Le Maldive, ad esempio, hanno deciso di diventare (entro il 2020) il primo paese del pianeta a impatto zero, finanziando la costruzione di 155 turbine a vento, mezzo chilometro quadrato di pannelli solari e una centrale alimentata in maniera “tradizionale”: grazie a gusci di noci di cocco.