Acqua lucana migliore d’Italia

“Quella della Basilicata è acqua buone e sicura”. E’ la conclusione a cui è giunto il servizio trasmesso questa mattina nel corso della Trasmissione televisiva di Rai Tre “Agorà”, condotta da Andrea Vianello dedicata all’acqua potabile, partita, di contro, dai casi di acque a rischio in altre aree del Paese. La trasmissione ha dato notizia […]

“Quella della Basilicata è acqua buone e sicura”. E’ la conclusione a cui è giunto il servizio trasmesso questa mattina nel corso della Trasmissione televisiva di Rai Tre “Agorà”, condotta da Andrea Vianello dedicata all’acqua potabile, partita, di contro, dai casi di acque a rischio in altre aree del Paese.

La trasmissione ha dato notizia del fatto che secondo una ricerca Altroconsumo “in Basilicata c’è la migliore acqua di rubinetto d’Italia” e che “secondo un’indagine dell’Istat i lucani si fidano a bere l’acqua di casa”, come confermato anche da alcune interviste mandate in onda in cui cittadini lucani ribadivano la fiducia, sottolineando anche la qualità dell’acqua lucana per l’alimentazione dei neonati. La stessa trasmissione ha anche sottolineato come Acquedotto Lucano abbia realizzato anche un’etichetta per l’acqua di rubinetto “che riporta i valori delle acque che sgorgano nei 131 comuni della Regione”.

“Attestazioni lusinghiere – ha commentato il presidente della Regione Vito De Filippo – non tanto per quello che è un bene naturale per eccellenza, ma per i sistema di gestione. La gestione dell’acqua in Basilicata è antieconomica per definizione: troppi pochi gli utenti su un territorio troppo vasto, un’alta percentuale di abitazioni rurali sparse, enormi dislivelli da superare, con relative spese, per portare l’acqua in montagna. Si tratta di una gestione che nessun privato, per definizione legato al lucro, potrebbe fare se non aumentando in modo esponenziale le tariffe o limitando la qualità del servizio e, quindi, l’affidabilità dell’acqua stessa. Per questo – ha concluso De Filippo – c’è da essere orgogliosi dalla scelta fatta dalla comunità lucana, a partire dalla Regione per arrivare ai comuni, di affermare non solo la proprietà pubblica dell’acqua, ma anche la natura pubblica della sua gestione, e anche su questo il “caso Basilicata” potrebbe servire a far riflettere in merito alle scelte nazionali sulla gestione dell’acqua”.

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