E’ il calo piu’ sensibile degli ultimi undici anni. Il 4,1 in meno di gravidanze interrotte ogni mille donne rispetto al 2007, il 48,3 rispetto al 1982. Significa che in 5.150 in Italia hanno deciso di non rinunciare a diventare madri. Solo nel 2004 la percentuale era stata superiore, il 4,5. Se continua questo andamento gia’ il prossimo anno il numero potrebbe essere dimezzato. E’ il segno che la legge 194 funziona e non va modificata in nessuna parte. Deve pero’ essere potenziata la prevenzione. I consultori sono ancora l’anello debole, commenta il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella scorrendo i dati dell’ultimo rapporto sull’aborto presentato al Parlamento. L’unico intervento, caso mai, potrebbe consistere in linee guida tecniche per uniformare il comportamento delle Regioni.
Una nota confortante che pero’ non cancella il malumore del sottosegretario e del suo staff per quello che con buone probabilita’ accadra’ oggi in Aifa, l’Agenzia del farmaco. Nell’ultima riunione prima delle ferie e’ all’ordine del giorno l’approvazione della pillola abortiva, la Ru 486. Ultima tappa di una gara che va avanti da circa due anni. Secondo Roccella non e’ cosi’ scontato che arrivi il via libera: Non e’ un passaggio solo burocratico, si dovranno valutare rischi e benefici. Ho dubbi sulla sicurezza . L’ultimo tentativo di fermare la pratica Ru 486 e’ stato un dossier dove veniva documentata la morte di 29 pazienti nel mondo. Il Comitato tecnico scientifico nella riunione di due settimane fa ha comunque dato il via libera e ha passato la parola al Consiglio di amministrazione.
Per quanto riguarda la relazione consegnata alle camere, gli effetti della legge introdotta nel ’78 continuano ad essere positivi. Il calo dei tassi di abortivita’ e’ evidente in ogni fascia di popolazione, comprese le minorenni con un tasso del 4,8 per milla nel 2007 (-1,0 rispetto al precedente rilevamento). Due i punti deboli, innanzitutto il fenomeno dell’obiezione di coscienza, in crescita e questo potrebbe influire anche sulla somministrazione della RU 486, (ma al ministero fanno notare che questi dati prima non venivano racconti) e il boom delle immigrate che si comportano in controtendenza rispetto alle italiane.
Nelle comunita’ straniere il tasso e’ salito al 32 per mille, prime utenti dei servizi le donne dell’Est dove l’aborto e’ considerato una forma di contraccezione. I ginecologi che chiedono di essere sollevati dei servizi ospedalieri per l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) sono passati dal 58% del 2005 al 70% del 2007. Questa fuga, meno marcata tra anestesisti e personale non medico, non sembrerebbe incidere sui tempi di attesa che solo in percentuale trascurabile sarebbero superiori ai 14 giorni. Si stima che gli aborti in clandestinita’ siano circa 15 mila, un dato che e’ stato ripreso dalle precedenti relazioni e che viene ritenuto fisiologico, legato a certe comunita’ (molto praticato ad esempio dalle cinesi per una questione di ignoranza). La Roccella fa notare alcuni primati dell’Italia: i tassi di abortivita’ sono tra i piu’ bassi d’Europa, malgrado la contraccezione goda di scarsa fortuna (il 20% delle donne): Dipende da un fattore culturale. E’ ancora solido il senso della famiglia.