Cactus, bonsai, piante rare, alcune provenienti da luoghi remoti nel mondo, come il Corno d’Africa e l’America del Sud. E anche 700 bellissime tartarughe a rischio estinzione. Il vivaio di Gaetano Palisano, 72 anni, sull’Appia antica a Roma, è unico al mondo. Eppure, rischia di essere cancellato, da uno sfratto che puzza di spreco burocratico.
GAETANO PALISANO E UN VIVAIO UNICO AL MONDO CHE RISCHIA DI ESSERE SFRATTATO
Palisano arriva a Roma da Bagheria, per amore, per raggiungere la sua fidanzata, e si innamora di un luogo magico: un ettaro di terra ricoperta di verde, selvaggia, a poche centinaia di metri dall’Almone, il terzo fiume della capitale. In questo spazio l’uomo costruisce il suo paradiso: un vivaio unico al mondo per ricchezza e qualità di piante. Tanto da essere immortalato anche da riviste che si occupano specificamente di arte contemporanea, come Artribune.
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VIVAIO DI CACTUS E PIANTE RARE
Ma agli inizi degli anni Novanta per Palisano, intenzionato a trasformare la sua oasi in un vero e proprio orto botanico da aprire al pubblico, iniziano i guai. Il comune di Roma vuole espropriare il terreno del siciliano, per creare un nuovo ingresso nell’adiacente Parco della Caffarella. La proposta di Paliano è semplice e convincente: lui è pronto a cedere i terreni al comune, purché poi siano dati a lui in concessione per realizzare un orto botanico aperto al pubblico. Ma la burocrazia, e l’insipienza dei politici locali, blocca tutto, e il progetto di Palisano, che potrebbe regalare a Roma uno spazio unico al mondo, resta sospeso. Con il rischio di distruggere e sprecare una collezione di piante e di tartarughe.
Fonte immagine di copertina: Terme in fiore
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