Auto blu, sono dimezzate ma alcuni ministeri resistono

Molti papaveri la fanno franca grazie a un decreto regio del lontano 1944. Il ministero degli Interni non fornisce dati ufficiali: motivi di sicurezza. Ed ai Beni culturali ci sono ancora 46 auto di servizio.

TAGLIO AUTO BLU –

Un passo avanti e uno indietro. Dopo anni di bracci di ferro e di promesse di spending review mai andate in porto, finalmente qualcosa si muove nello spreco delle auto blu. Nel loro complesso, se consideriamo le auto di servizio in dotazione all’amministrazione centrale ( a partire dai ministeri)ed a quelle locali, sono diminuite di 40mila unità. Dalle 66.759 auto del 2014 alle 22.415 dello scorso anno: un bel passo avanti, indubbiamente.

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DIMINUZIONE NUMERO AUTO BLU –

Ma ci sono alcuni ministeri che resistono. E questo rende più complicato e meno trasparente il taglio. Grazie a un regio decreto che risale addirittura al 1944, infatti, al ministero delle Infrastrutture oggi fanno capo le auto blu di alcune personalità, come il procuratore generale della Corte di Cassazione, il presidente del Tribunale superiore delle acque pubbliche, il presidente del Consiglio di Stato e il Procuratore generale della Corte dei Conti. Per poi arrivare ai capi di gabinetto dei vari ministeri. Qui non si riesce a tagliare e diversi potenti ancora usufruiscono dell’auto di servizio intestata impropriamente al ministero delle Infrastrutture.

NUMERO AUTO BLU ITALIA –

Un altro caso singolare è quello del ministero degli Interni. Dal Viminale fanno sapere che non utilizzano più le auto di servizio. Vero o falso? Impossibile dare una risposta certa, perché dal Viminale si rifiutano di dare dati convincenti. Motivi di sicurezza. Ai Beni culturali, infine, rispetto alle 5 auto previste dalla legge se ne contano ancora 46, in parte in dotazione ai sovrintendenti locali. Che cosa si aspetta a tagliare?

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